Destinati ai percettori del reddito di cittadinanza e alle categorie svantaggiate ma non sono iniziati. Per non perdere i soldi chiesta una proroga al ministero. «Problema generale», spiega la dirigente del centro per l'impiego di Catania Salvatrice Rizzo
Lo stallo dei 600 tirocini finanziati con oltre due milioni di euro Ne sono partiti soltanto tre. «Difficile trovare le figure chieste»
«Un progetto di grande valore per gli emarginati del mondo del lavoro». Era l’11 dicembre dello scorso anno e le parole del sindaco di Catania Salvo Pogliese sintetizzavano l’annuncio del progetto per 600 tirocini destinati ai percettori del reddito di cittadinanza e ai soggetti svantaggiati. Passati due mesi, quel protocollo d’intesa – firmato con i rappresentanti di alcune associazioni di categoria – rischia di trasformarsi in un flop. Colpa delle lentezze per l’avvio dei tirocini, che sarebbero dovuti partire a gennaio e chiudersi a giugno 2021. Oltre al fatto che a rischio c’è anche un finanziamento di quasi due milioni e mezzo di euro.
Soldi provenienti dal Pon-2014-2020 d’inclusione sociale per coprire sei mesi di tirocini in aziende private con un monte di lavoro compreso tra 18 e 24 ore settimanali. I destinatari già titolari della famosa carta gialla avrebbero avuto anche la possibilità di sommare l’indennità per il tirocinio – 600 euro mensili – ai soldi previsti dalla misura di sostegno fiore all’occhiello del Movimento 5 stelle. Spenti i riflettori della conferenza stampa di presentazione, a cui partecipò anche l’assessore regionale ai Servizi sociali Antonio Scavone, sono stati attivati tre tirocini su 600. Colpa della pandemia in generale ma anche di alcune difficoltà organizzative.
«Sicuramente il Covid ha inciso nei rallentamenti, anche perché molte aziende hanno il proprio personale in cassa integrazione e difficilmente riuscirebbero a inserire dei tirocinanti», spiega a MeridioNews Salvatrice Rizzo, dirigente e coordinatrice del Centro per l’impiego di Catania. «Grazie al protocollo d’intesa tra Comune e aziende, sono pervenute circa 150 richieste di tirocinanti – aggiunge – Il problema è che le figure che si chiedono spesso sono di alto profilo, inquadramento che non riusciamo a trovare nelle liste perché tendenzialmente i percettori del reddito hanno una bassa scolarizzazione».
Il protocollo d’intesa nasce all’interno del cosiddetto distretto socio-sanitario numero 16 che racchiude tre Comuni. Oltre a Palazzo degli elefanti, che è l’ente capofila, ci sono anche Motta Sant’Anastasia e Misterbianco. Tra i requisiti per le aziende che richiedono i tirocinanti c’è proprio l’obbligo di avere sede in uno di questi tre Comuni. Ma i problemi comincerebbero a monte del sistema reddito di cittadinanza, misura di sostegno in cui la Sicilia è la seconda Regione d’Italia per numero di percettori. «Forse senza Covid avremmo avuto meno problemi, basti pensare che siamo costretti a fare i colloqui telefonici, ma molta gente nemmeno ci risponde – spiega Rizzo – Il primo passo del reddito è, infatti, la presa in carico nei Centri per l’impiego con la firma del patto per il lavoro o per l’inclusione sociale».
Ma gli oltre due milioni e mezzo di euro messi a disposizione possono essere salvati? «Abbiamo chiesto una proroga al ministero del Lavoro – spiega a MeridioNews l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Catania Giuseppe Lombardo – Adesso attendiamo una risposta». Stesso scenario prospettato dalla dirigente regionale: «Credo che la proroga possa essere data, si tratta di un problema generalizzato». I 600 tirocini, con il protocollo d’intesa che non ha registrato il coinvolgimento diretto di Anpal navigator, sono soltanto uno dei problemi legati al reddito di cittadinanza. L’altra faccia della medaglia sono i progetti di utilità collettiva anche quelli fermi un po’ ovunque.