Lo sportello Fare impresa riparte dalle periferie  «Lavoro a donne, migranti, giovani e over 50»

A Palermo lo sportello fare impresa riapre e, stavolta, riparte dalle periferie in una logica di decentramento: l’obiettivo è avvicinare l’amministrazione ai cittadini. La sede, infatti, non sarà solo fisica, a Palazzo Magnisi, ma itinerante con appuntamenti settimanali nelle circoscrizioni. Dopo i positivi risultati del primo esperimento – nel periodo tra marzo 2016 e febbraio di quest’anno con oltre 600 persone coinvolte e con un bilancio di 12 imprese avviate – il Comune di Palermo ci riprova e stavolta scommette sui territori: con la collaborazione del Centro studi Opera Don Calabria, che ha vinto il bando e gestirà il servizio, sono previsti appuntamenti settimanali in tre delle circoscrizioni con realtà difficili: dalle 9 alle 13 il il lunedì a Borgo Nuovo (quinta), il mercoledì a Partanna Mondello (settima), e il venerdì a Brancaccio (seconda). Nella sede principale in via Fratelli Orlando l’orario di ricevimento sarà negli stessi giorni e orari più il mercoledì pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30. Il progetto, finanziato dal Comune, è stato presentato stamane a Palazzo delle Aquile nel corso di una conferenza stampa con il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, l’assessora comunale al Lavoro Giovanna Marano, del presidente dell’associazione Alessandro Padovani, e i presidenti delle circoscrizioni.

Finalizzato alla facilitazione dei processi imprenditoriali e occupazionali lo sportello, che dovrebbe partire ai primi di novembre, si rivolge ai giovani under 35, donne, persone immigrate e richiedenti asilo, ma anche over 45-50 la fascia che ha pagato maggiormente il prezzo della lunga crisi economica. ll sito web per il momento sarà all’interno di quello istituzionale del Comune di Palermo, ed entro qualche mese sarà lanciata una piattaforma per accedere in maniera più diretta al servizio.

«Siamo felici di presentare la riattivazione dello sportello fare impresa – spiega Marano – che offre un servizio innovativo, non obbligatorio, ma frutto di una scelta che il Comune ha preso alla fine del 2015 per sperimentare una vicinanza alle persone in difficoltà su un tema chiave per il Sud: il lavoro. Questa volta ci siamo spinti fortemente in una logica di decentramento e si rivolge alle fasce più deboli del mondo del lavoro, che hanno bisogno di una presa in carico per un accompagnamento verso quelle di opportunità che possono mettere in moto un processo virtuoso di autoimprenditorialità rispetto alle proprie abilità e competenze».

«Una scommessa coraggiosa» per Marano quella di spostarsi verso tre luoghi differenti della città nella convinzione che questo sia un modo reale di favorire «il decentramento di sevizi innovativi e rendere più vicina l’amministrazione: un modo per realizzare politiche attive per il territorio». Dello stesso avviso il primo cittadino che su questi temi ha sottolineato un cambio di passo da parte dell’amministrazione: «Negli ultimi anni abbiamo fatto la scelta di passare dalla tradizionale assistenza basata ‘sul pizzino’ a una rete di sevizi sul territorio. Un salto di qualità che presuppone, però, di non perdere la personalizzazione dell’intervento».

Chi si rivolgerà agli esperti del centro – tra questi un orientatore esperto in politiche attive e del mercato del lavoro, uno psicologo abilitato e uno esperto in psicologia del lavoro, esperto start up di impresa, e uno psicologo dell’orientamento e della formazione – affronterà vari step: in un primo momento di accoglienza si procederà a una valutazione della domanda del singolo per definire un possibile percorso di lavoro autonomo; successivamente all’individuazione di un’idea imprenditoriale e sostenibilità del progetto finanziario è prevista anche un sevizio di formazione imprenditoriale; un ultimo passaggio sarà dedicato all’accompagnamento all’avvio di impresa con sostengo alla ricerca di agevolazioni finanziarie e accesso al credito. Gli aspiranti imprenditori potranno contare anche all’aiuto di consulenti esperti in strumenti finanziari come Resto al Sud, autoimpiego e imprese giovani 18-35 anni, finanziamenti a fondo perduto over 50. Un dato interessante, infine, riguarda le nuove imprese: secondo su 500mila nuove start up, il 12 per cento sono costituite da giovani immigrati (fonte Unioncamere).

Per Antonio Sperandeo, coordinatore i servizi per il lavoro e la formazione dell’Opera Don Calabria, puntare sull’impresa «è il tema imposto dal momento che stiamo vivendo: pensiamo di poter contribuire con una metodologia che certamente si basa sulla personalizzazione: la presa in carico è individuale, questo è tipologia di servizio che pratichiamo creando una relazione. Nessuna illusione: pensiamo che le persone abbiano le risorse per auto-attivarsi, noi creiamo sono relazioni con le opportunità che esistono nel territorio». «Tra i servizi che offrirà lo sportello – conclude Padovani – mi piace pensare che daremo uno sguardo sulla persona che va al di là della loro domanda e lo sposta un po’ più in là, esaminando gli elementi di vulnerabilità con un’attenzione al territorio».


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