Lo spettro del colonialismo riemerge tra le vie della città «In questo momento storico sono fantasmi più vivi che mai»

«I fantasmi del colonialismo infestano le nostre città. A Palermo un esorcismo di massa, viva Menilicchi». Il tweet di Wu Ming appare criptico, se ci si ferma solo al testo. Ma basta guardare l’immagine postata per cominciare a capire. Il collettivo di scrittori posta infatti una foto di via Magliocco, dove Wu Ming 2 e il collettivo Fare Ala hanno sostituito i cartelli pubblicitari con le immagini delle conseguenze sugli etiopi del bombardamento con le armi chimiche che fu realizzato dal generale fascista Vincenzo Magliocco durante la seconda guerra mondiale. 

«È il primo intervento  – scrivono sempre i Wu Ming – di una lunga e variegata serie: fa parte di Viva Menilicchi, un grande rituale ambulante contro il colonialismo, fatto di performance, installazioni, video, parole e camminate urbane, il tutto nell’ambito di Manifesta 12. Siamo orgogliosi di aver preso parte, grazie all’impegno di Wu Ming 2, all’ideazione e organizzazione di queste giornate, e siamo felici di esserci. Stasera, 19 ottobre, alle 20.30, al Teatro Garibaldi verrà proiettato il film-saggio di Alessandra Ferrini Negotiating Amnesiaincentrato sulla memoria (e l’oblio) del colonialismo italiano in Etiopia. Al termine, la regista discuterà con le ricercatrici Francesca Di Pasquale e Chiara Giubilaro. Per tutta la giornata di domani, 20 ottobre, un serpentone di escursionisti-esorcisti scuoterà i fantasmi coloniali nel corpo di Palermo, unendo 37 luoghi infestati e officiando rituali di memoria civica».

Una vera e propria passeggiata narrativa, insomma, che comincia dal teatro Garibaldi alle 9 e terminerà alle 21, dopo aver percorso 16 chilometri in giro per la città. E che toccherà anche via Magliocco. «Ci saranno anche dei manifesti – racconta Luca Cinquemani, del collettivo Fare Ala – con le immagini di etiopi distrutti dagli orrori fascisti». Resta la vergogna di aver lasciato l’intitolazione di una delle strade del centro a un generale fascista autore di massacri storicamente riconosciuti. «È questo il punto – concorda Luca – Lo spettro ormai dimenticato di Magliocco riemerge in un momento storico in cui in realtà questi fantasmi sono più vivi che mai. È successo recentemente anche all’aeroporto di Comiso, che era intitolato proprio a Magliocco e che poi fu sostituito con Pio La Torre». Per mantenere la metafora, insomma, «gli spettri della toponomastica riemergono come occasione di discussione sul presente».

Quello su via Magliocco d’altra parte non è il solo intervento che il collettivo ha realizzato. «A Piazzetta Due Palme abbiamo ricordato la battaglia delle Due Palme (marzo 1912) nell’allora Cirenaica (l’attuale Libia), che celebra una delle più famose vittorie coloniali che fu in realtà una carneficina che passa anche questa sotto traccia nella centralissima via Roma e addirittura con uno stadio dedicato. Adesso abbiamo aperto il chiosco dei Quattro Canti, cioè l’ex edicola, che abbiamo addobbato come un info point per ricordare la manifestazione di inizio marzo del 1896, dopo la disfatta di Adua, con i socialisti che gridavano, per manifestare la rabbia contro lo Stato italiano, Viva Menilicchi (l’imperatore etiope dell’epoca … ndr)».


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