Lo scandalo del Museo Gemmellaro circondato dagli abusivi La curatrice: «La situazione ormai è insostenibile»

Arredi, suppellettili, tappeti, un bazar abusivo quello che, ormai da anni,va avanti in corso Tukory a Palermo. Una situazione di illegalità diffusa che va stretta a commercianti e residenti e a chi come, i curatori del museo Gemmellaro ogni giorno si scontra con un fenomeno sul quale nessuno è riuscito finora a trovare una soluzione efficace.

Gli ambulanti stazionano ai due ingressi (anteriore e retro) della struttura ostacolando l’accesso, e quando gli stessi dipendenti fanno notare il disagio è l’arroganza ad avere la meglio. Un sentimento di impotenza si fa strada e da qui non rimane che far in modo attraverso i social di far sentire la propria voce e provar ad accendere il dibattito su quelli che poi in fondo sono degli abusi tacitamente accettati.

«E’ una situazione che ormai va avanti da anni – spiega a MeridioNews – la curatrice del museo Carolina Di Patti – non ne possiamo più,  stamattina neanche potevamo entrare all’interno e appena lo facciamo notare ai diretti interessati per tutta risposta arrivano frasi dal tono minaccioso. La situazione peggiora anche nel fine settimana. Abbiamo scritto anche al sindaco ma nessuna risposta concreta finora è arrivata».  E finora stiamo solo parlando dell’accesso anteriore alla struttura. Dietro, stessa identica situazione di emporio en plein air, aggravato anche dalla spazzatura che staziona per giorni e dal fatto che le porte posteriori vengono utilizzate come latrina a cielo aperto dagli stessi ambulanti che con i loro grossi camion, diventati delle case mobili a tutti gli effetti, stazionano ventiquattrore su ventiquattro lungo il perimetro che costeggia l’edificio.

Certamente non un bel biglietto da visita per un museo che è fiore all’occhiello del patrimonio culturale della città. Non nuoce ricordare che al suo interno ci sono collezioni di interesse primario per la storia geologica della Sicilia. Una struttura che qualcuno voleva destinare, proprio nei fine settimana, alla promozione della cultura tra le famiglie e tra quanti ancora non lo conoscono. «Questa idea l’aveva lanciata anche il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone – ma come si fa a realizzare una cosa del genere? La domenica qui la situazione diventa impossibile». 

«È un problema di sicurezza – racconta Giovanni dipendente del museo -, ma anche di gestione, di decoro, di civiltà, di rispetto. Io capisco che purtroppo ognuno cerca di arrangiarsi come può vista la situazione economica in cui viviamo, ma la situazione è diventata insostenibile. A volte mi sono trovato a dover chiedere di spostare armadi che ostruivano il cancello. Una volta – conclude –  sono persino stato minacciato perché avevo chiesto, gentilmente, di lasciare libero quanto meno l’ingresso, giusto per consentirmi di entrare per poter lavorare, mi sono sentito rispondere: “bisogna stare attenti a venire a lavorare da soli”».

Sulla vicenda abbiamo provato a contattare i vertici della Polizia Municipale e l’assessore alle Attività Produttive Giovanna Marano ma siamo in attesa di una replica in merito. Dal Museo Gemmellaro arriva un appello forte a trovare una soluzione per rendere la situazione più vivibile. 


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