In meno di 24 ore la polizia ha identificato il capo ultras che, sul traghetto per la Calabria, ha aggredito l'amministratore delegato del Calcio Catania. Ritenuto esponente del clan dei Ceusi, era stato accusato di estorsione a danno di Biagianti
Lo Monaco, Piacenti accusato di violenza privata Era riuscito a sfuggire ai controlli sul traghetto
Traghetto Telepass delle ore 8 di mercoledì 27 novembre. Pietro Lo Monaco, amministratore delegato del Calcio Catania, si trova al bar dell’imbarcazione che da Messina lo porterà a Villa San Giovanni. In calendario, nel pomeriggio, la partita di Coppa Italia Potenza-Catania. Raggiunto da un gruppo di tifosi etnei, «forse una quindicina» a detta della polizia, viene schiaffeggiato violentemente da Rosario Saro Piacenti. Prima sberla al bar, la seconda mentre ci si spostava sul ponte del traghetto. Occhiali in frantumi, il manager è sconvolto e viene curato dal medico della squadra. «Poteva andare anche peggio», ha commentato lui stesso a posteriori. Tutto avviene sotto l’occhio della videosorveglianza della nave, decisiva per consentire agli inquirenti di operare l’arresto in flagranza differita.
«Nel giro di 24 ore siamo riusciti a individuare aggressore del vile attacco, un accoppiamento, a Lo Monaco», dice la dirigente della Digos di Catania Marika Scacco in conferenza stampa. «Già da tempo sussistono particolari tensioni, soprattutto tra i tifosi della Curva sud, un clima pesante cui contribuiscono i pessimi risultati del Catania, e nell’occhio del ciclone è finito appunto Lo Monaco». Per la polizia sarebbe «esclusivamente sportivo, nonché legato agli aspetti gestionali della società» il motivo della pericolosa e insanabile frattura fra il dirigente e frange violente del tifo rossazzurro. Durante le partite vengono intonati cori ingiuriosi, mentre in giro per Catania compaiono insulti murari e striscioni anti-Lo Monaco, tutto frutto «dell’aperta ostilità della Curva sud» verso l’ad.
«Sul momento il dirigente ha minimizzato l’accaduto, non rivolgendosi neppure al pronto soccorso per le cure». Ma la macchina investigativa si era già messa in moto. Piacenti riesce però a sfuggire all’identificazione cui gli agenti sottopongono i passeggeri del traghetto. Rientra a Catania assieme ad altri componenti ultras e si rende irreperibile. I suoi compagni di viaggio saranno altresì «deferiti all’autorità giudiziaria», come spiegano in questura.
Saro Piacenti, classe 1965, pluripregiudicato, storico leader del gruppo Irriducibili, si trova adesso ai domiciliari, con l’accusa di violenza privata, in attesa della convalida da parte del giudice per le indagini preliminari di Messina. «Questa è comunque la prima volta che Piacenti viene sottoposto a misure cautelari di questo genere per fatti che riguardano il calcio», specifica la polizia. Piacenti era finito in carcere nel 2016 per usura ed estorsione con l’aggravante mafiosa. Viene ritenuto dagli inquirenti un uomo del clan dei Ceusi di Picanello, lo stesso a cui apparteneva il padre Giovanni, detto l’elegante. Il capo ultras era stato accusato, assieme a un altro leader del gruppo della curva sud etnea, di tentata estorsione aggravata nei confronti del calciatore Marco Biagianti, una delle bandiere della squadra. Il calciatore, secondo la ricostruzione del tribunale, venne avvicinato dai due tifosi che avrebbero avuto l’obiettivo di estorcergli cinquemila euro da destinare alle spese processuali dei detenuti.