Ha percorso in sette mesi tutto il Paese, contando solo sull'ospitalità delle persone. Passo dopo passo, nella valigia, tra i ricordi degli amici, ha portato con sé i loro desideri, raccolti ora in un libro "WalkaboutItalia". Adesso, per promuoverlo, prosegue il suo cammino a bordo di una bici con cui ha fatto già 4500 chilometri
L’Italia a piedi e in bici di corsa e senza soldi Il lungo viaggio di Darinka a “caccia di sogni”
A piedi dalla Sicilia al Piemonte senza soldi e con la valigia piena dei sogni degli altri. Sembra una favola e forse, in parte, lo è visto che la protagonista di questa storia, una bella ragazza di 34 anni Darinka Montico, ha deciso di punto in bianco di mollare tutto e di intraprendere un “Walkabout“, un viaggio in solitaria da Palermo a Baveno senza un soldo in tasca, portato a termine in sette mesi. Tremila chilometri a zig zag nel Paese per fotografarlo e raccontarlo in un blog e poi un libro. Nata sul lago Maggiore, spinta da una irrefrenabile curiosità, ha girato il mondo trascorrendo più di 16 anni all’estero. Laureata in fotografia, ha fatto di tutto: dalla spogliarellista in Nuova Zelanda alla barista in bikini nelle miniere in Australia, dall’insegnante di inglese nel Laos alla volontaria in Thailandia dopo la devastazione dello Tsunami. Persino la massaggiatrice di teste di giocatori da poker, a Londra, dove tutto è cominciato, seppur da una fine.
«Il ragazzo di cui ero innamoratissima – racconta a MeridioNews – e che un mese prima mi aveva chiesto di sposarlo, mi ha lasciato di punto in bianco. Disorientata, mi sono ritrovata nel solito casinò a massaggiare la fronte di un sconosciuto, cercando con gli occhi un orologio. Ma lì non esistono perché i giocatori non si rendano conto del tempo che passa. Mi sono resa conto che la mia vita stava andando nella stessa direzione e, come il protagonista del film la Grande Bellezza, ho realizzato che non potevo più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare». Così è nata l’idea del viaggio, un modo, per una volta, di imporre le sue passioni al mondo. Il 21 marzo dello scorso anno, dopo aver creato un blog e cercato uno sponsor, indossa le scarpe da tennis e “sbarca” a Palermo.
«Ho scelto di cominciare da qui – racconta – perché il Sud era la parte del Paese che non avevo mai visitato. L’impatto è stato meraviglioso, me ne sono innamorata. Si vive ad altri ritmi, sono rimasta rapita dai luoghi, dai mercati, dai colori e profumi». Darinka, a cui non servono soldi per dormire e mangiare perché ricorre ai social e al couch surfing, scopre via via un’Italia «super ospitale» sempre pronta ad aiutarla, anche quando deve attraversare lo Stretto. «Di solito, mostrando i ritagli di giornale che raccontavano del mio viaggio, tutte le porte si aprivano, anche nei musei. Così ho preso il traghetto. Quando il capitano ha sentito la mia storia mi ha guardato e ha detto: “E che devo essere io a fermarti? Sali”. L’unica “merce di scambio” che Darinka può offrire ai suoi benefattori e aiutarli a riscoprire i loro sogni. «Aver riscoperto i miei mi ha ridato speranza e mi ha spinto ad aiutare gli altri a fare lo stesso. Esser lì con loro, era la prova inconfutabile che se il mio progetto così folle è realizzabile, anche i loro, a maggior ragione, lo devono essere».
Come il sogno di Brandt, che vive a Ispica, in provincia di Ragusa, uno scultore tedesco trascinato dalla moglie in Sicilia controvoglia e poi rimasto qui da solo, perché innamorato perdutamente di questa Isola. Il suo sogno visitare l’Isola di Pasqua. Oppure di Rosa, che l’invita ad Africo, in provincia di Reggio Calabria. «Voleva che visitassi la sua città, piena di palazzoni di cemento grigi e tristi. Da quando ha perso il figlio 14enne per un tumore, sta lottando per creare spazi verdi. Il suo sogno è avere abbastanza fondi per creare un parco giochi». Ora, i sogni raccolti nella valigia di Darinka, affidati a foglietti di carta svolazzanti, sono finiti in un libro, “WalkaboutItalia“, che sta promuovendo in giro per l’Italia con un altro viaggio. Stavolta in sella a una bici in bambù con cui ha percorso già 4500 chilometri. «Il mio libro è una sorta di ricerca antropologica sui sogni degli Italiani che, come tutti, non realizzano perché bloccati dalle paure. Non so se grazie al mio aiuto siano riusciti a realizzarli ma, quanto meno, a mettere a fuoco ciò che desiderano. Questo sì – conclude – l’ho fatto».