Il Miur prevede di trasformare gli ex parificati in strutture finanziate dallo Stato. Catania, secondo quanto assicurato da Stefania Giannini, dovrebbe essere tra i primi enti a godere del passaggio di livello. L'ente catanese accoglie 740 iscritti ed è già inserito nel circuito europeo della formazione superiore
L’istituto Bellini tra i primi a diventare conservatorio statale La promessa al sindaco Bianco dalla ministra dell’Istruzione
«La ministra Giannini mi ha assicurato che, quando sarà varata l’apposita legge, l’istituto musicale Vincenzo Bellini di Catania sarà tra i primi a diventare conservatorio statale». La promessa, riferisce il sindaco Enzo Bianco, è stata fatta dalla responsabile del ministero dell’Istruzione Stefania Giannini nel corso di un incontro tra i due. In vista, infatti, c’è una riforma che prevede di convertire gli ex istituti parificati in conservatori. Per questo dal Miur sono partiti gli esami delle singole strutture con audizioni in commissione.
Attualmente sono 76 gli istituti superiori di studi musicali in Italia (Ismm). Tra questi 56 ex conservatori finanziati direttamente dallo Stato e venti ex istituti musicali pareggiati. «Nel corso dell’incontro ho consegnato una memoria da cui si evince come il Bellini di Catania, dal 1999 inserito tra i venti Ismm finanziati dagli enti locali, cioè Comuni e Province, abbia tutte le carte in regola per ottenere quella statizzazione che attende ormai da quindici anni», afferma il primo cittadino. Quello etneo è il «più grande dei venti Issm italiani non statali, con 740 studenti iscritti in un territorio molto vasto, ossia tutto il bacino della Sicilia del Sud-Est. In base dunque ai parametri obiettivi forniti dall’Istituto catanese ho dunque ricevuto rassicurazioni riguardo all’inserimento del Bellini tra i prossimi conservatori statali».
Enzo Bianco fornisce anche i numeri sulla performance dell’ente catanese. «A fronte di un dato medio nazionale che si attesta intorno al 40 per cento, Catania ha ben il 68 per cento degli studenti iscritto ai corsi accademici di livello universitario. Inoltre gli allievi che annualmente conseguono il titolo finale sono in media il 15 per cento del totale, su un dato medio nazionale del dieci per cento». La struttura già dal 2010 fa parte dell’Ehea (European higher education area), «lo spazio europeo dell’Istruzione superiore, in cui si trovano, nel resto dell’Ue, soltanto istituti finanziati dallo Stato. Il passaggio a conservatorio – conclude – consentirebbe all’istituto Bellini di affrontare il confronto con le altre istituzioni europee di pari livello nell’ambito del piano strategico Europe 2020 elaborato dalla Commissione Ue».