I finanzieri hanno denunciato due persone. La cooperativa, attiva nel settore dell'itticoltura, aveva chiesto finanziamenti per oltre un milione e 700mila euro, riuscendo a ottenerne il 60 per cento. Bloccate le tranche ancora non erogate. Il progetto prevedeva la realizzazione di un peschereccio di 21 metri
Lipari, truffa ai fondi europei per la pesca L’impresa fatturava operazioni inesistenti
Ammontano a oltre un milione i finanziamenti indebitamente richiesti da una società cooperativa operante nel settore dell’itticoltura che come scoperto dalla guardia di finanza aveva anche emesso fatture false per un importo complessivo di un milione e 200mila euro.
I finanzieri di Lipari hanno concluso, nelle scorse settimane, le indagini che hanno consentito d’individuare quella che ritengono essere una frode ben strutturata nell’ambito dei finanziamenti per iniziative imprenditoriali. E hanno denunciato il titolare pro-tempore della società e il titolare dell’azienda. Sono accusati di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. La società aveva percepito finanziamenti regionali e comunitari nell’ambito dei fondi a carico del programma operativo Sicilia del fondo europeo per la pesca 2007/2013. È stata passata al setaccio la documentazione delle imprese fornitrici. E così gli investigatori hanno individuato un sistema illecito basato sull’utilizzo metodico di fatture per operazioni ritenute di fatto inesistenti.
«Tali documenti, emessi da un’impresa di Milazzo – spiegano i finanzieri -, avrebbero consentito ai responsabili del meccanismo illecito di giustificare solo sulla carta all’assessorato regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione, ingenti spese per opere risultate in realtà mai realizzate e per la relativa attività commerciale nel settore dell’itticoltura mai avviata».
Nel dettaglio, i documenti falsi dovevano servire a giustificare presunti lavori di costruzione di un’imbarcazione di 21 metri, da utilizzare per il confezionamento del pesce e di tre gabbie destinate all’allevamento per un volume complessivo di oltre 25mila metri cubi, posizionate in mare davanti l’isola di Lipari. Per la realizzazione la società cooperativa aveva ottenuto il 60 per cento del contributo richiesto. Ma l’allevamento ittico in queste gabbie non era stato mai avviato.
La tempestività delle attività ispettive ha permesso di bloccare appena in tempo oltre cinquecentomila euro di finanziamenti richiesti, concessi e non ancora corrisposti dalla Regione e dall’Unione europea. I due denunciati sono stati anche segnalati per danno erariale alla procura regionale della Corte dei conti.