L'obiettivo della richiesta avanzata da Fabio Bognanni, legale dei cronisti dell'Espresso è dimostrare l'esistenza di quella intercettazione, o meglio come scritto dal quotidiano «il brano di un audio che a maggio 2014, uno degli investigatori fa ascoltare ai cronisti Messina e Zoppi»
L’intercettazione Tutino-Crocetta Accolta richiesta di incidente probatorio
Fabio Bognanni, legale dei giornalisti dell’Espresso Piero Messina e Maurizio Zoppi, lo scorso 18 agosto aveva chiesto l’incidente probatorio e quindi di avere tutte le intercettazioni, telefoniche e ambientali, incluse quelle ritenute inutilizzabili e non trascritte. Il gip del tribunale di Palermo, Agostino Gristina, oggi ha accolto la richiesta e fissato l’udienza per il 21 ottobre.
L’obiettivo dell’avvocato Bognanni è dimostrare l’esistenza di quella intercettazione, o meglio «il brano di un audio – come scritto dall’Espresso – che a maggio 2014, uno degli investigatori fa ascoltare ai cronisti», e che a distanza di poco più di un anno, il 2 luglio scorso, alle 13,19, lo stesso investigatore, “ricorderà” a Messina il quale, dopo pochi giorni pubblicherà l’articolo su l’Espresso.
Un’intercettazione sulla cui esistenza e soprattutto sulla sua presunta diffusione ai giornalisti, gli investigatori hanno ascoltato anche il capitano dei Nas Mansueto Cosentino (comandante del nucleo della Sicilia occidentale fino al 3 maggio 2014 quando è stato trasferito a Desio, ndr), indicato – seppur per interposta persona – prima da Piero Messina e poi da Zoppi, come colui che avrebbe fornito la registrazione in cui Matteo Tutino primario dell’Unità operativa di Chirurgia plastica di Villa Sofia, avrebbe detto al presidente della Regione Crocetta, «Lucia Borsellino deve essere fatta fuori come suo padre».
La procura di Palermo ha smentito, e più di una volta, l’esistenza della intercettazione, l’Espresso ha continuato a confermare la veridicità delle notizie contenute nell’articolo pubblicato. Adesso, con l’accoglimento dell’incidente probatorio, se questa intercettazione esiste, dovrà saltare fuori. E se non dovesse essere così, esattamente come ribadito dalla procura di Palermo che nega la sua esistenza, si andrebbe accreditando l’ipotesi degli inquirenti, ovvero della diffusione di notizie false da parte dei cronisti, ma potrebbe anche prendere forma l’ipotesi di una intercettazione non autorizzata, di cui poi, illecitamente, è stata diffusa la registrazione di un brano.
Il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, la scorsa settimana ha intanto firmato la richiesta di giudizio immediato nei confronti dei cronisti che si sono sempre difesi dalle accuse. Si attende per i prossimi giorni, la decisione del gip in merito all’accoglimento o meno dell’ l’istanza. L’indagine è coordinata direttamente dal procuratore Lo Voi e dall’aggiunto Leonardo Agueci.