Tornano a vivere i 40 murales artistici del centro storico di Linguaglossa. Si sono infatti conclusi i lavori di restauro avviati nell’ambito del progetto IntrArt – Intrecci d’arte della locale associazione Cultura Aetnae. «Vogliamo avviare la rigenerazione urbana del paese attraverso l’arte – spiegano gli attivisti – ma quello che ci rende ancora più orgogliosi è la partecipazione di tutti alla riuscita dell’iniziativa». I fondi per il recupero delle pitture murali sono arrivati infatti sia da un crowfunding di successo lanciato online, sia dal dal Comune attraverso la democrazia partecipata. Gli elettori del paese hanno scelto di destinare il due per cento dei trasferimenti che la Regione assegna all’amministrazione proprio ad IntrArt grazie ad una consultazione aperta.
Così, negli ultimi mesi, Linguaglossa si è trasformata in un laboratorio dell’arte di strada: sono tornati i pittori che avevano realizzato i dipinti nel corso degli anni Novanta – fra cui Salvatore Caramagno, autore di ben 16 di queste – e a loro si sono affiancati nuove firme, fra cui Ilai Nawe, che ha realizzato il nuovo murales Effetto accoglienza vicino a piazza dei Vespri. Tutte le opere sono adesso connesse in un percorso che guida il visitatore fra i vicoli di Linguaglossa, «come una rete gettata sul paese per catturarne la storia, l’arte, l’essenza». Accanto ad ogni opera un qr code leggibile tramite smartphone per conoscerne i dettagli tramite la realtà aumentata.
Ma le buone notizie per l’area etnea non si fermano alla riuscita di IntrArt. Alla giornata d’inaugurazione del restauro dei murales era presente anche Antonio Presti. Il mecenate ha incontrato la comunità di Linguaglossa e lanciato l’idea cui lavora già da un po’: un grande raduno internazionale di artisti e letterati da tenersi sull’Etna i prossimi 26 e 27 maggio, proprio i giorni durante i quali a Taormina andrà il scena il G7 con i grandi della Terra. L’iniziativa dovrebbe svolgersi nel bosco di betulle dei Monti Sartorius, a circa 1800 metri di quota in territorio di Piedimonte Etneo.
Una sorta di meeting delle arti che faccia da apripista anche alla creazione di un museo ecosostenibile a cielo aperto da installare fra i suggestivi alberi, specie endemica etnea, e i crateri spenti della zona. «Quello di Taormina sarà il G7 dell’economia, del potere, ho pensato invece che fosse necessario il G7 della conoscenza – spiega il presidente della fondazione Fiumara d’Arte – lo faremo sull’Etna per portare l’attenzione del mondo su questo territorio straordinario, a cui questo passaggio dei potenti rischia di non portare nulla di buono». L’adunata degli artisti dovrebbe poi spostarsi nei centri pedemontani del versante nord, fra la Chiesa madre di Linguaglossa e il borgo medievale di Castiglione. L’idea è soprattutto quella di riuscire a coinvolgere le comunità della zona, e per questo la fondazione sta ragionando dell’iniziativa assieme alle amministrazioni locali, le associazioni, le parrocchie, le scuole.
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