Maggioranza a pezzi all'interno del Comune etneo dove, dopo mesi di ritardo, arriva il momento di votare il bilancio di previsione del 2016. Atto che però, date le contrapposizioni, sembra sempre più lontano dall'approvazione. E la sindaca Rosa Maria Vecchio accusa il Consiglio di «cattiva strategia»
Linguaglossa, la maggioranza abbandona la sindaca Senza bilancio a rischio mensa e trasporto scolastico
A Linguaglossa deflagra lo scontro politico. Già da un po’ sottotraccia ma ne gli ultimi mesi sempre più manifesto. Gli ultimi mesi da sindaca di Rosa Maria Vecchio – al suo secondo mandato e, dunque, non ricandidabile – rischiano infatti di trascorrere tutt’altro che in serenità. L’avvicinarsi delle prossime elezioni amministrative, previste per la primavera dell’anno prossimo, sembra aver segnato irrimediabilmente il rompete le righe per la politica del Comune etneo. A pagare il prezzo più pesante della «corsa al riposizionamento» è infatti proprio la maggioranza che, dopo esser stata compatta, è ora in fase di dissoluzione. La giunta in aula sembra ora poter contare solo su tre consiglieri. La prova è arrivata durante l’ultima votazione degli atti propedeutici, tra cui il piano triennale delle opere pubbliche, e del bilancio di previsione 2016. Il Consiglio ha respinto in blocco i documenti presentati dall’amministrazione, rendendo sostanzialmente impossibile l’ok allo strumento finanziario.
Le ripercussioni non sono però soltanto strettamente politiche, poiché di fatto senza il via libera dell’aula, larga parte dell’attività amministrativa dell’ente è destinata alla paralisi. Questo il grido d’allarme lanciato proprio dalla sindaca Vecchio nel corso dell’infuocato dibattito consiliare, chiuso con l’accusa rivolta ai consiglieri ribelli di essere «irresponsabili». Senza bilancio è a rischio infatti l’avvio di servizi quali la mensa ed il trasporto scolastico, l’assistenza domiciliare agli anziani in difficoltà. «Un Consiglio così forte e con una maggioranza così schiacciante – ha ricordato Vecchio – dovrebbe anche essere capace di modificare questi atti a suo piacimento, ma non può bloccare tutto quello che può servire alla cittadinanza. Questa non è buona politica ma solo cattiva strategia».
È il consigliere Francesco Malfitana, uno dei fuoriusciti dalla maggioranza, a ribaltare invece la questione, invocando anche le dimissioni anticipate della sindaca: «Gli atti sono stati bocciati perché non condivisi e non condivisibili, si prenda piuttosto atto che non esiste alcun sostegno alla giunta». Fra assenze, astensioni e voti contrari, infatti, sono dodici i consiglieri che, pur fra vari distinguo, hanno voltato le spalle all’amministrazione. Fra questi, spiccano i gruppi dell’ex vicesindaco Aldo Guzzetta – dimessosi pochi mesi fa – e dell’ex sindaco Nunziato Rosta, entrambi per lungo tempo in maggioranza.
Tuttavia, anche per i servizi che si bloccano, secondo Malfitana, «non è possibile scaricare la colpa sui consiglieri, poiché è stata l’amministrazione a portare il bilancio in aula con 150 giorni di ritardo». Lapidario, per altro verso, il giudizio del consigliere indipendente Salvatore Rinaldi sulle prese di posizione dei colleghi: «Puntano solo a prendere le distanze dalla giunta, dopo averla lungamente sostenuta, perché le elezioni sono davvero vicine, il tutto a spese dei cittadini». La contrapposizione sembra dunque destinata a prolungarsi e probabilmente soltanto lo spettro dello scioglimento anticipato del Consiglio potrà porre fine a questo tira e molla.