Sale la febbre elettorale a Linguaglossa, uno dei diciannove Comuni che in primavera inoltrata – le voci indicano il prossimo undici giugno – saranno chiamati ad eleggere un nuovo sindaco. Nel centro etneo l’appuntamento segnerà l’uscita di scena della prima cittadina Rosa Maria Vecchio, legata al locale centrosinistra, in carica dal 2007 e non più ricandidabile. Un mandato che si chiuderà nel segno della corsa a trovare una soluzione per la gestione delle escursioni sul versante nord dell’Etna e, sul piano amministrativo, nel segno della profonda frammentazione del panorama politico.
In Consiglio già da tempo sono saltati tutti gli equilibri e solo tre consiglieri sono rimasti a sostegno della giunta, mentre il resto dei componenti dell’aula è confluito in un maxi gruppo d’opposizione guidato da Francesco Malfitana e dagli ex amministratori Aldo Guzzetta e Nunziato Rosta. Al momento, però, pare che da questo magmatico fronte non verrà fuori alcuna delle future candidature a sindaco. La partita si dispiega tutta al di fuori del palazzo con l’imperativo, per i nomi che fin qui circolano, di smarcarsi dall’esperienza amministrativa targata Vecchio e provare ad aggregare quante più forze è possibile prima di lanciare ufficialmente la propria corsa.
È per questo che, già da mesi, si consuma sottotraccia il tira e molla fra le due personalità che puntano a riunire, sotto le insegne di un rinnovato civismo, moderati a vario titolo e orfani del vecchio centrodestra: Luca Stagnitta, 39enne avvocato figlio d’arte – il padre Felice è stato a sua volta sindaco di marca centrista fra 2002 e 2007 – e Salvatore Puglisi, 37enne geometra, espressione del locale associazionismo con un passato nella destra area Alleanza nazionale. Il primo nel 2012 perse di un soffio contro Rosa Maria Vecchio e adesso vuole riprovarci; il secondo, a sua volta, sente di avere tutte le carte in regola per essere candidato incarnando al meglio quel «rinnovamento» cui anelano gli elettori.
In realtà un eventuale patto fra i due consegnerebbe alla loro lista la palma di favorita, eppure le trattative si sarebbero quanto mai raffreddate e adesso entrambi si guardano attorno. In tanti fra consiglieri uscenti, pezzi di ex maggioranza e del Pd/centrosinistra in frantumi sarebbero pronti a farsi corteggiare. Che quest’ultima area, in particolare, possa convergere su un progetto unitario è ora poco plausibile, ma qualche timido ragionamento – con l’occhio benevolo della giunta in carica – prova a farsi intorno al nome di Domenico Grasso, già componete dell’assemblea nazionale del Pd, ultimamente vicino al movimento Possibile di Pippo Civati.
A sorpresa, poi, negli ultimi giorni avrebbe preso corpo, per sbloccare l’impasse fra i candidati civici ed evitare la conta, un’inedita ipotesi: la celebrazione di primarie aperte «a tutti gli uomini di buona volontà, per fermare le lacerazioni e costruire il paese del futuro con il dialogo», spiega chi tesse la trama del progetto. Suggestione apertamente ispirata dalle scelte del centrodestra regionale, cui Puglisi guarderebbe con favore, più tiepido invece Stagnitta.
Ha invece iniziato da tempo la propria autonoma marcia il Comitato civico Sviluppo e legalità, guidato da Vera Copani e dal consigliere ex Pd Salvatore Rinaldi. Il movimento sarebbe pronto ad esprimere una propria candidatura ma anche, eventualmente, a convergere sull’aspirante sindaco che prometta di battersi «senza compromessi» per la tutela della libera concorrenza nel mercato turistico a Etna nord, loro principale cavallo di battaglia.
Fa poi storia a sé il percorso di Salvatore Comodo, 54 anni, imprenditore nel campo del commercio alimentare internazionale con fatturati a sei zeri, in campagna elettorale praticamente già dallo scorso settembre. «Vogliamo una squadra che si sacrifichi senza tornaconti – scrive in una lettera alla cittadinanza – ci metterò l’impegno profuso nella mia azienda ed esperienza, auspicando che fortuna e successo contagino la mia vita anche nel ruolo di amministratore». Comodo dispone già di un comitato in piena attività e batte forte sulla necessità di «dialogare con tutti, purché si metta al centro il bene di Linguaglossa». Per questo anche l’imprenditore potrebbe guardare con favore all’idea primarie, per poi diventare uno degli attori della «lista di unità cittadina» che la consultazione battezzerebbe.
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