Lineri, parla la donna accusata dell’omicidio «Si è ucciso lui, era tornato a casa ubriaco»

Florica Odica resta nel carcere di piazza Lanza. La decisione è stata presa dalla giudice per l’indagine preliminare Rosa Alba Recupido. L’accusa per la donna è quella di avere ucciso il compagno Iovel Vlad, di 50 anni, con un coltellata al petto la sera del 23 agosto a Lineri, una frazione di Misterbianco, nel catanese. Nell’ordinanza che ha disposto la misura cautelare dietro le sbarre, la giudice ha messo nero su bianco che l’indagata potrebbe assumere alcolici e, pertanto, potrebbe perdere i freni inibitori ed essere incline a compiere altri gesti simili. Recupido inoltre ha rilevato anche il pericolo di fuga, considerato che è fallito il tentativo di far passare la tesi del suicidio del compagno e che la donna non sia così ben radicata in Italia, elementi che potrebbero spingerla a fuggire in Romania.

Il presunto omicidio è avvenuto martedì scorso all’interno di una abitazione di via Tomasi di Lampedusa. È lì che i carabinieri hanno trovato, intorno alle 22.30, il cadavere del cinquantenne romeno, disteso supino sul letto immerso in una pozza di sangue. I militari hanno subito notato che all’ingresso della stanza era appoggiata una scopa con un mocio intrisa di sangue e, poco distante dal corpo della vittima, un coltello da cucina con una lama di 20 centimetri. L’uomo aveva una ferita da taglio al petto. I sospetti delle forze dell’ordine sono subito ricaduti su Odica: «Tutto ha fatto pensare che la donna avesse tentato di eliminare le tracce di sangue senza riuscirvi perfettamente. Il coltello – scrivono gli inquirenti – non era sporco di sangue». >Quando i carabinieri sono arrivati sul posto la donna era ubriaca come confermato dagli esiti del test effettuato poco dopo. Odica ha subito raccontato agli inquirenti che il suo compagno si è suicidato in seguito all’ennesima lite, una versione alla quale gli investigatori non hanno creduto anche perché per i medici legali la lesione che ha causato la morte non è compatibile con un autoferimento

Secondo l’accusa il movente sarebbe legato gelosia che Florica Odica aveva nei confronti del compagno, accusato di frequentare altre donne. Durante l’interrogatorio la donna ha raccontato che il marito è rientrato a casa tra le 20.30 e le 20.40. I due nella giornata avevano avuto degli screzi, lui era in giro con gli amici e lei lo chiamava continuamente, tanto che dopo svariati tentativi l’uomo ha deciso di fare rispondere al cellulare un amico. «Quando è rientrato a casa – racconta la 47enne – mio marito era ubriaco e molto arrabbiato. Gli ho chiesto se avesse ritardato perché era stato con qualche amante e lui ha risposto che ero scema. Dopo si è lamentato del fatto che io lo minacciavo di denunciarlo per avermi preso in passato a bastonate». L’uomo successivamente avrebbe minacciato di morte la compagna: «Mi ha detto “Adesso o ammazzo te o mi ammazzo io, vedrai che succede”». Secondo la versione dell’indagata Vlad si sarebbe recato in cucina e si sarebbe infilzato il coltello al petto prima di cadere a terra. Sul tentativo di pulire il pavimento Odica ha reso una dichiarazione che non ha convinto gli inquirenti, la donna si sarebbe messa a pulire su richiesta del compagno che non sopportava la vista del sangue e successivamente sarebbe morto.

«Questa vicenda di suicidio-omicidio – dichiara la legale della 47enne, Maria Carmela Manenti  – va ricostruita nei minimi particolari con la consulenza dei medici legali le perizie della Scientifica, finché non emergerà una ricostruzione della vicenda sulla base di prove scientifiche si tratterà solo di valutazioni ipotetiche e astratte. La donna inoltre, di corporatura non particolarmente massiccia, difficilmente avrebbe potuto sferrare una coltellata senza una colluttazione». La presunta omicida viene accusata di avere rilasciato dichiarazioni contraddittorie in sede di convalida del fermo rispetto a quanto dichiarato agli inquirenti dopo il fatto. «In verità – conclude il legale- la signora è stata sentita senza l’ausilio di un interprete in quanto comprende a stento l’italiano e non si capisce se nella qualità di indagata, persona informata sui fatti o è stata lei a volere rilasciare dichiarazioni spontanee in quanto non riportate in alcun verbale».


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