«Licenziato ingiustamente», il giudice reintegra Consoli

Reintegra immediata nel posto di lavoro, pagamento di un’indennità pari alla retribuzione totale degli stipendi dal giorno del licenziamento ad oggi e pagamento delle spese processuali a favore del dipendente licenziato. Questa l’ordinanza emessa stamattina dal giudice del lavoro a favore di Maurizio Consoli, dirigente dei sistemi informatici del Comune di Catania, che un mese fa aveva presentato ricorso ex art.700 c.p.c. contro l’ente datore di lavoro per ingiusto licenziamento.

Il provvedimento disciplinare attuato mesi fa dal Comune aveva fatto molto rumore, dato che l’ ingegner Consoli era stato licenziato in tronco con l’accusa di «slealtà, scorrettezza» e di aver leso il rapporto di fedeltà tra ente datore di lavoro e funzionario. «Fedeltà a cosa?», si sono chiesti tutti, dato che l’ingegnere ha affermato dall’inizio – avvalendosi di un’ ampia documentazione a sua difesa – di aver svolto il proprio dovere, sempre nel rispetto della legge. Presto è stato avanzato il sospetto che il licenziamento non fosse dovuto a un effettivo comportamento scorretto del dirigente, ma alla scoperta da parte dello stesso di alcune gravi irregolarità commesse dall’Amministrazione (si veda a tal proposito la documentazione segnalata dal free press “Sud”).

Il ricorso presentato dall’ingegnere Consoli segnalava l’illegittimità del licenziamento in più punti: oltre alla mancanza di giusta causa e la sproporzione tra i fatti contestati e la sanzione imposta, il giudice ha accolto l’accusa di violazione delle norme del procedimento disciplinare. L’Amministrazione non ha infatti rispettato il preavviso di 20 giorni, previsto dalla legge, per la convocazione a difesa dell’ingegnere, che è stato convocato con un preavviso di soli 10 giorni. Questo ha implicato la «decadenza dell’azione disciplinare» e dunque l’illegittimità della sanzione.

Inoltre, si legge, «La perdita della retribuzione protratta nel tempo appare certamente idonea a ledere i diritti non patrimoniali del ricorrente, ovvero il diritto ad una vita libera e dignitosa», motivo per cui è stato imposto al Comune di retribuire al dirigente un indennità pari ai mesi di stipendio non pagati dal giorno del licenziamento fino ad oggi, oltre le spese processuali.

L’avvocato di Consoli, Mario Giarrusso, si dice «molto soddisfatto della pronuncia del giudice, perché ha ritenuto fondato il ricorso e illegittimo il licenziamento. Il giudice non ha solo ritenuto il licenziamento illegittimo, ma anche lesivo dei diritti del mio assistito, per questo motivo ha condannato l’Amministrazione al risarcimento del danno». E conclude: «E’ stato un importante riconoscimento della correttezza dell’operato dell’ing. Consoli».

Paola Roccella

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