Licenziamento in tronco per i 100 docenti dell’Istituto provinciale di Cultura e Lingue di Palermo

E’ QUELLO CHE E’ EMERSO OGGI DURANTE UNA RIUNIONE DELLA COMMISSIONE CULTURA E LAVORO DELL’ARS. LA RECITA A SOGGETTO DELL’ASSESSORE SCILABRA E DEL COMMISSARIO TUCCI. LO SFOGO AMARO DI UNO DEI DOCENTI LICENZIATI, VALENTINA AMICO

Tutti licenziati. In Blocco. In perfetto stile Governo Monti-Fornero. Questa la sorte che toccherà ai 100 docenti precari dell’Istituto provinciale di Cultura e Lingue di Palermo. E’ la scuola che fino allo scorso anno è stata gestita dalla Provincia di Palermo. Ora passa allo Stato. Uno stratagemma che consentirà alla Regione di Rosario Crocetta di ‘risparmiare’ circa un milione di euro. Sulla pelle di 100 docenti precari ai quali vengono negati i diritti.

La decisione di licenziare i 100 docenti precari è stata sancita, oggi, a Palermo, a Palazzo Reale, sede del Parlamento dell’Isola, nel corso della riunione della Commissione legislativa Cultura e Lavoro.

Per dare il ben servito ai 100 docenti precari c’erano tutti: l’assessore regionale all’Istruzione, Nelli Scilabra, il commissario della Provincia di Palermo, Domenico Tucci, il provveditore agli studi di Palermo, Rosario Gianni Leone, e i rappresentanti degli uffici scolastici.

Più che una riunione, quella di oggi, è stata una recita pregoldoniana. Ognuno dei partecipanti aveva pronto un canovaccio. Il commissario Tucci nelle vesti del duro. L’assessore Scilabra in versione “vorrei ma non posso”. Gli altri a indossare i panni di Ponzio Pilato: se dipendesse da noi, cari docenti precari, figuratevi, ma…

Insomma, i soldi ci sono. Ma, evidentemente, servono per altre finalità. Del resto, i Partiti politici come costruiscono? Con le clientele. Basti pensare a quello che sta succedendo nell’assistenza tecnica della formazione professionale…

Insomma, lo ribadiamo: i soldi per rinviare di un anno la statalizzazione dell’Istituto provinciale di Cultura e Lingue di Palermo ci sono. Ma servono ad altro. Così il commissario Tucci, messo lì dal Governo regionale, come già ricordato, ha fatto il duro. Tutti a casa.

Dunque, altri 100 cittadini siciliani che rimangono senza lavoro. Personale altamente professionalizzato – docenti scolastici, per capirci – che sono entrati in graduatoria e che, adesso, vengono gettati in mezzo alla strada.

Con responsabilità politiche precise. Del loro licenziamento sono responsabili, in primo luogo, il capo dell’amministrazione regionale, il presidente Crocetta. Poi l’assessore, Scilabra. Quindi il commissario della Provincia di Palermo, Tucci. Decisione politica e non tecnica.

Licenziamento a freddo. Senza tentennamenti. Il Governo, con l’assessore Scilabra, avrebbe dovuto intervenire. E imporre al commissario della Provincia – peraltro nominato dallo stesso Governo regionale – di salvaguardare i 100 posti di lavoro. ma non l’ha fatto. L’assessore Scilabra e il Commissario Tucci, come già accennato, hanno solo recitato sulla base di un canovaccio. Penoso.

Sullo sfondo si intravedono altri licenziamenti. Di massa. La scorsa settimana l’abbiamo scritto: per la Sicilia si profila uno scenario greco.

Durissimo il commento di Valentina Amico, docente di lingua tedesca presso l’Istituto  Cultura e Lingue di Palermo: “Se colui che si presenta al commerciante pretendendo il ‘pizzo’ e vanificando il lavoro quotidiano dello stesso commercianti si chiama “mafioso”, beh, il politico che una mattina si sveglia e con una convenzione annulla il posto in graduatoria conquistato dal docente onestamente, dopo aver sudato per anni, malgrado la Regione gli abbia stanziato i soldi per le scuole, come si chiama? Il commissario Tucci è andato per la sua strada, ignorando le decisioni e gli atti di indirizzo del Governo regionale. Eppure si tratta di un commissario nominato dal presidente Crocetta in persona! Non avevamo un Governo regionale dei paladini dell’antimafia?”.

 

 


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