Licata: Spino, il randagio messo in salvo dal volontario «Grazie a Ciccio, vuole bene ai cani come alle persone»

In tutte le storie tristi c’è una zona franca di felicità, dove il destino si mescola alla vita; in ogni catastrofe si apre uno spiraglio di speranza. Anche oggi,
mentre Licata sprofondava sotto la pioggia battente, si è ripetuto il rito dell’altruismo nella sua accezione più nobile e pura: il salvataggio di una vita. Stavolta, a essere strappato dalle grinfie della morte è un randagio. Questa è la storia di Ciccio, Spino e Katharina, e oggi i loro percorsi si sono intrecciati in un rapporto che li renderà, almeno idealmente, inseparabili, a partire da questo 19 novembre burrascoso. Fino a quando lo vorranno.

Licata, ore 10. La pioggia imperversa sulla città, che inizia ad allagarsi nel panico generale. Su Facebook i primi video e le prime notizie delineano i contorni di quello che da lì a poco sarebbe diventato un incubo che la città non viveva da decenni. Tutti intrappolati dentro un centro abitato che si continua a riempire di acqua piovana, e un fiume in mezzo che minaccia l’esondazione. Ed è proprio nei pressi del Salso, lo stesso Himera alla cui foce i treni lenti di Quasimodo portavano mandorle e arance, che si sta per consumare una tragedia. Due persone sono chiuse dentro un panificio, mentre il livello dell’acqua aveva già raggiunto metà dell’altezza della saracinesca; nel frattempo, Francesco Cosentino, detto Ciccio, operatore della Guardia Costiera Ausiliaria di Licata, si trova in zona per offrire il proprio supporto agli abitanti del quartiere Oltreponte

L’uomo si accorge delle persone bloccate all’interno del locale e accorre ad aiutarli: passando attraverso una finestra rimasta aperta riesce, così, a portare in salvo le due persone. Oltre loro, però, ad essere rimasto imprigionato in quella stanza c’è
Spino, randagio della zona e amico di Katharina. Ma spostiamoci un attimo a casa di quest’ultima. La giovane licatese oggi è rimasta a letto per un malessere e non ha potuto accudire, come fa ogni giorno, Spino e i cani che vivono in giro per l’isolato. «Spino e gli altri – racconta la ragazza – abitano sotto il ponte perché è lì che facevano compagnia a un senzatetto, che poi è morto. Adesso, siamo io e la signora dell’edicola a prenderci cura di loro, ma oggi non è stato possibile perché stavo poco bene e sono rimasta a casa. Quando ho ricevuto la notizia dell’alluvione e ho realizzato che Spino era in pericolo, mi sentivo inerme: non sapevo come poterlo aiutare. Poi ho visto la foto dell’uomo che lo traeva in salvo». 

Proprio Ciccio, che «vuole bene ai cani come alle persone». Come si può osservare nel video, Cosentino porta il cane in braccio, per poi liberarlo quando arriva in un posto sicuro. «Non assistevo a scene del genere da più di quarant’anni: tutti bloccati, ambulanze, crolli e voragini, vite umane a rischio», dice Ciccio. Così Spino, che secondo alcuni in queste ore si trova al caldo di un garage, è stato salvato e adesso cerca casa. «Ringrazio infinitamente Ciccio – afferma Katharina – perché non è da tutti compiere un gesto simile:
avrebbe potuto aiutare solo le persone. Io in questi giorni non posso uscire di casa: mi auguro che qualcun altro lo accudisca al posto mio. E lancio un appello a chiunque abbia un po’ di spazio a casa: lo prenda con sé, è un coccolone e va d’accordo con tutti. Ma soprattutto ne ha davvero bisogno: ha una zampetta lesionata e ha bisogno di cure».

Adesso la pioggia sembra essersi placata, ma il legame, anche se indiretto, nato oggi tra Ciccio, Spino e Katharina seminerà sicuramente qualcosa di profondo e genuino, come questo cane che si chiama così a causa del suo pelo ispido (spinoso, appunto), ma al quale la vita ha riservato un destino più soffice. La sua foto è già diventata virale. 


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

«Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che, per un certo periodo, sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre». È da un aforisma del mahatma Gandhi che ha preso spunto l’avvocata Alessandra Furnari nella sua discussione durante il processo per l’omicidio volontario aggravato di Emanuele Scieri, il parà siracusano 26enne in servizio militare trovato cadavere nell’agosto del 1999 […]

«Una macchina di imbrogli e di sotterfugi manzoniana che si è sviluppata sull’esigenza di un costrutto che doveva raccontare un’altra versione dei fatti». Così il procuratore di Pisa Alessandro Crini ha definito la ricostruzione da parte dell’esercito di quanto accaduto all’interno della caserma Gamerra nell’agosto del 1999 nel corso della sua requisitoria a cui è […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo