Alla guida di Libero Gabbiano e Arcobaleno di fatto ci sarebbe stato Rosario Magliarisi. I lavoratori sarebbero stati costretti a restituire un terzo dello stipendio. Avvocato 47enne, ha avuto un passato nello scenario politico del Comune dell'Agrigentino
Licata, estorsione ai dipendenti di cooperative Indagate nove persone, arrestato ex politico
Rosario Magliarisi, avvocato licatese di 47 anni, è stato arrestato a seguito di indagini che hanno coinvolto anche altre otto persone. Associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, appropriazione indebita, favoreggiamento personale e false attestazioni. Complessivamente sono queste le accuse mosse alle nove persone che, a vario titolo, sono state raggiunte dai provvedimenti del gip del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto, dopo un’indagine della Guardia di Finanza locale coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo agrigentino.
La presunta associazione criminale avrebbe attivato un meccanismo volto all’appropriazione – o meglio, alla riappropriazione – delle somme versate ai dipendenti a titolo di remunerazione lavorativa. Tutto è partito dalla denuncia di un ex impiegato di una delle due cooperative coinvolte nello scandalo, il quale, dopo essere stato licenziato, ha denunciato il giro d’affari alle autorità competenti. Le indagini sono durate un mese circa e hanno portato gli inquirenti a ipotizzare che l’amministrazione delle cooperative sociali Libero Gabbiano e Arcobaleno avrebbe versato a fine mese lo stipendio ai propri dipendenti tramite un bonifico, salvo poi pretenderne la restituzione nella misura di un terzo. Sarebbe stata la condizione per lavorare con loro.
Il pm che ha coordinato le indagini, Matteo Delpini, assieme al procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, al comandante provinciale della Guardia di Finanza Massimo Sobrà, al capitano Soggiu e al luogotenente Balzano, ha illustrato i dettagli dell’inchiesta giudiziaria. Al quinto piano del palazzo di giustizia agrigentino, le autorità hanno descritto le modalità e i termini dell’attività criminosa. L’avvocato Magliarisi, presunto amministratore di fatto delle cooperative, e Linda Modica, responsabile degli enti nel mirino della magistratura, sono stati posti agli arresti domiciliari. Colpiti dal divieto di dimora a Licata altre tre persone: Angelo Magliarisi, 46 anni e rappresentante legale della cooperativa Arcobaleno; Carmela di Blasi, 67 anni e amministratore unico della cooperativa Libero Gabbiano; Florinda Zagra, 37 anni e impiegata amministrativa. Altre quattro persone sono tuttora indagate per favoreggiamento personale e false attestazioni.
Durante l’incontro con i giornalisti, il procuratore Fonzo ha sottolineato che le indagini stanno continuando in vista di ulteriori possibili sviluppi, nonostante le pesanti risultanze già emerse sulla scorta di verifiche bancarie, dichiarazioni dei dipendenti e controlli incrociati. Delpini ha fatto un appello a eventuali altri impiegati delle cooperative in questione, e vittime di un analogo trattamento: «Se si presenteranno in Procura saranno sicuramente ascoltati».
Sequestrato il capitale della società a responsabilità limitata Visa, alla quale probabilmente venivano trasferiti gli introiti delle due cooperative. La stessa azienda, poi, avrebbe utilizzato tali somme per acquistare o prendere in locazione gli immobili dove allocare le comunità. Duecentomila euro sarebbe il ricavato delle estorsioni ai danni dei dipendenti dal 2007 ad oggi, mentre ammonterebbe a 550mila euro il denaro incassato da entrambe le cooperative ed oggetto dell’appropriazione indebita. Quattro, infine, sarebbero gli immobili acquistati da Visa e due quelli detenuti in locazione dall’organizzazione. Rosario Magliarisi, in passato attivo in politica a Licata, e gli altri coindagati, adesso, saranno impegnati a rendere conto di tutte le accuse.