Librino, incendio distrugge sede dei Briganti rugby Indaga la polizia, struttura dichiarata pericolante

La club house dei Briganti rugby Librino non esiste più. Un incendio di matrice dolosa ha inghiottito la sede sociale dell’associazione all’interno del campo San Teodoro liberato, nel quartiere periferico Librino in via del Giaggiolo. Il rogo, secondo le prime informazioni raccolte sul posto da MeridioNews, sarebbe stato appiccato poco prima di mezzanotte, con tre squadre dei vigili del fuoco che hanno lavorato per diverse ore per avere la meglio sulle fiamme. Operazioni di spegnimento rese particolarmente difficoltose a causa della consistente presenza di fumo. Quello che resta adesso è un vero e proprio cumulo di macerie. Il tetto è stato dichiarato pericolante, pezzi di mattoni continuano a cadere dal soffitto. L’intero stabile è stato messo sotto sequestro dalle forze dell’ordine su mandato della procura di Catania. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco e ai vigili urbani, sono presenti i carabinieri e gli agenti di polizia del commissariato locale e della Mobile. 

«Siamo scombussolati ma abbiamo una certezza – commenta Stefano Curcuruto, il presidente della società Briganti, giunta a oltre dieci anni di attivitàandremo avanti. Se potremo ricostruire la club house nello stesso posto, lo faremo in un altro immobile». Presente sul posto stamattina l’assessore Saro D’Agata, mentre il sindaco Enzo Bianco ha annunciato che andrà nel pomeriggio. «Mi impegno personalmente – ha detto il primo cittadino in una nota – a far ricostruire al più presto la Club House. Catania non può perdere i luoghi simbolo della rinascita di un quartiere creati da quella meravigliosa realtà che sono i Briganti. Se qualcuno intende intimorire i Briganti deve sapere che con loro ci sono l’Amministrazione comunale e Catania, deve sapere che l’unico risultato che otterrà sarà quello di farci raddoppiare gli sforzi per la legalità e per dare un futuro al quartiere».

All’interno dell’immobile ormai distrutto, dal 2014, trovava spazio anche La librineria, la prima biblioteca sociale nel cuore del quartiere Librino. Un luogo di cultura nato per alimentare l’interesse degli abitanti per la lettura. Dopo l’incendio alcuni vertici dell’associazione, con la prima squadra che milita nel campionato di rugby di serie C, hanno affidato ai loro profili Facebook i loro commenti. «Non sappiamo chi possa avere compiuto questa infamia, in questo momento siamo davvero provati. Siamo certi che sarà stato qualcuno abituato a muoversi al buio, nell’ombra», scrive Piero Mancuso, fondatore dei Briganti. Un gesto «vigliacco» portato a termine da «barbari, incivili e codardi», aggiunge. Difficile in questo momento provare a cercare il perché di un gesto che va ben oltre il vandalismo. «Non abbiamo avuto problemi con nessuno – sottolinea Curcuruto a MeridioNews -, non una parola fuori posto, non una minaccia e neanche lamentele. Né da parte di chi frequenta il campo San Teodoro, né da soggetti esterni». Da capire anche se è stata rubata qualcosa prima di appiccare il fuoco.  

Il rogo arriva esattamente a cinque giorni dalla visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il capo dello Stato martedì prossimo è attesto proprio a Librino per una serie di eventi. Mentre pochi giorni fa proprio nella club house dedicata a Peppe Cunsolo, ragazzino di Librino morto in circostanze poco chiare, si era svolta l’assemblea di Potere al popolo, il movimento di sinistra che si appresta a partecipare alle elezioni politiche. Nel quartiere popolare etneo si era recata anche la presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini. Per la sua tappa in città, nel maggio 2017, aveva scelto il campo dei Briganti, concedendosi un caffè nella libreria popolare di cui oggi non rimane più nulla. La terza carica dello Stato aveva incitato i vertici dell’associazione a proseguire nella loro azione sociale in uno dei quartieri più difficili d’Italia. Spesso al centro delle cronache per vicende legate alla criminalità organizzata e al disagio abitativo. 

I Briganti rugby sono entrati nel cuore anche dell’ex procuratore capo Giovanni Salvi. Il magistrato, ormai di base a Roma come vertice della corte d’Appello, si è recato diverse volte a visitare la struttura. Inoltre, il campo era rientrato anche nel progetto di riqualificazione partecipata avviato dal senatore e architetto Renzo Piano, nel 2015. Purtroppo non è la prima volta che il campo viene preso di mira. A febbraio 2015 alcuni malviventi avevano sfondato un muro dell’immobile, rubando all’interno del materiale utilizzato dall’associazione.


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