Il sindaco Enzo Bianco ha partecipato alla presentazione dei corsi superiori a indirizzo alberghiero, artistico e musicale attivati negli istituti Pestalozzi e Musco. L'obiettivo «è diminuire la dispersione e l'abbandono degli studi - spiega il dirigente scolastico Emanuele Rapisarda - E togliere i ragazzi dalle strade»
Librino, inaugurate le scuole superiori «Strapperemo la gioventù al crimine»
«La gioventù di Librino non sarà più predestinata a diventare manovalanza criminale». Sono le parole dette da Emanuele Rapisarda, il dirigente scolastico dell’istituto Pestalozzi. Che, con l’attivazione del corso superiore alberghiero, è divenuto omnicomprensivo. Cioè abbraccia la popolazione studentesca dai tre fino ai 18 anni. La Regione ha attivato anche altri due indirizzi professionali, a impronta artistica e musicale, nel vicino istituto Angelo Musco. Alla presentazione dei tre nuovi corsi, avvenuta quest’oggi nella scuola di viale Nitta 11, il sindaco Enzo Bianco, l’assessora all’Istruzione Valentina Scialfa, l’assessore al quartiere Librino Rosario D’Agata.
Le lezioni sono iniziate da appena un giorno. «Nonostante la Regione abbia attivato i corsi solo a marzo – quando le iscrizioni alle scuole superiori erano già chiuse, spiega Rapisarda – siamo riusciti a formare due classi di 18 elementi ognuna». Altri 43 sono gli alunni e le alunne iscritte alle classi artistiche e musicali dell’istituto Angelo Musco. «Avevano già depositato altrove le loro iscrizioni ma hanno scelto di cambiare – rivela il dirigente della Pestalozzi – Questo dimostra che a Librino la domanda di istruzione professionale era forte ma finora non era mai stata soddisfatta». Con l’introduzione delle scuole superiori, prima assenti, l’obiettivo è «diminuire la dispersione e l’abbandono scolastico – sostiene Cristina Cascio, dirigente scolastica della Musco – che nel quartiere arriva fino al dieci per cento superate le scuole medie».
La possibilità di seguire i ragazzi della zona «dai tre fino ai 18 anni offrirà una più concreta possibilità di trovare lavoro – dice Rapisarda – e sottrarrà ragazzi e ragazze alla strada e ai suoi pericoli». La scelta degli indirizzi alberghiero (con specializzazione enogastronomica), musicale e artistico «segue le vocazioni della città di Catania – afferma il sindaco Bianco – che diventa sempre più turistica». Tra i 79 studenti e studentesse che hanno scelto nuovi i corsi professionali «la maggioranza della popolazione scolastica – sottolinea il dirigente della Pestalozzi – proviene da Librino». Fa eccezione l’indirizzo musicale dove le domande di iscrizione «sono arrivate pure da altri quartieri e – afferma Cascio – anche da Comuni come Paternò e Adrano».
Più volte nel corso dell’appuntamento pubblico, che si svolge alla presenza di numerosi alunne e alunne della Pestalozzi, viene affrontata la polemica sulla ghettizzazione. «Tutti i ragazzi e le ragazze di Librino hanno diritto ad avere la propria scuola vicino», continua Rapisarda, che si dice infastidito dalle critiche ricevute dal progetto. «Perché non si usa lo stesso termine per chi abita e studia in centro?». Nei prossimi anni «mi aspetto una crescita esponenziale del numero di iscrizioni – dice Bianco, che annuncia – Sabato partirà il Librino express». L’autobus Amt che dovrebbe collegare il quartiere al centro «in soli dieci minuti». E invita alunni e alunne presenti «a partecipare al concerto che si terrà in piazza Duomo per inaugurare la nuova illuminazione».
L’inno nazionale chiude la presentazione dei tre corsi. Dopo qualche minuto ha inizio il giro del sindaco, accompagnato da componenti della giunta e autorità in divisa, per i laboratori della Pestalozzi che sono stati allestiti per ospitare le classi dell’alberghiero. «Manca ancora qualche cosa – dice una docente – e poi bisognerà rinfrescare le pareti». Suona la campanella della ricreazione. Ragazzi e ragazze tornano nelle classi, il sindaco e gli ospiti escono dalla scuola. «Ce l’abbiamo fatta – dice Bianco stringendo la mano al dirigente della Pestalozzi, che lo ringrazia chiamandolo Enzo – I giovani di Librino non sono più abbandonati». Una donna si avvicina al primo cittadino e dice: «Ma non vanno abbandonate nemmeno le loro famiglie».