Librino, bandi per il piano di rilancio delle due torri Progetto per la riqualificazione di 144 case popolari

In sordina, l’11 luglio la direzione Lavori pubblici del Comune ha pubblicato due bandi particolarmente attesi, che potrebbero alleviare la cosiddetta emergenza casa a Catania. I documenti, apparsi sull’albo pretorio il 7 agosto, riguardano l’affidamento della progettazione esecutiva per il recupero delle cosiddette due torri di Librino, che si trovano in viale Biagio Pecorino e in viale San Teodoro. Per la prima il bando prevede un importo massimo di 384mila euro, con un termine di tempo per la consegna degli elaborati fissato il 25 di settembre. Quanto alla seconda torre, quella di viale San Teodoro, i fondi sono invece poco più di 380mila euro, e la scadenza del bando è prevista il 2 ottobre. Entrambe le selezioni prevedono una procedura aperta, con l’aggiudicazione che seguirà il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. I finanziamenti derivano dall’asse 4 del Pon Metro 2014-2020.  

La progettazione delle opere è soltanto il primo passo verso i lavori veri e propri. Il Piano operativo nazionale prevede nel complesso, per la riqualificazione delle due torri, la somma di 12 milioni 763mila euro. Denaro che dovrà servire al recupero e la ristrutturazione di 144 alloggi di edilizia residenziale pubblica. I singoli appartamenti dovrebbero stare tra i 45 e i 70 metri quadrati. In totale, verranno edificate o rimesse a nuovo abitazioni per circa 9600 metri quadrati, e circa 2700 metri quadri per le autorimesse. 

Come spiegano le tabelle del Pon aggiornate al 4 maggio del 2017, il progetto è mirato inoltre alla riduzione dei consumi energetici, attraverso l’uso di serramenti e altri materiali altamente isolanti, e all’impiego di tecnologie che riducano la necessità di manutenzione, allungando la «vita» del fabbricato. Un ulteriore aspetto interessante dell’appalto, messo nero su bianco sulle tabelle, è il coinvolgimento degli addetti ai lavori. Il Pon indica infatti che, completati i lavori, dovranno essere coinvolti «gli stakeholder che si occupano del sociale ed in particolare le parti sociali rappresentate dai sindacati di categoria e gli operatori del territorio, per una migliore utilizzazione del patrimonio abitativo». 

Un utilizzo efficace che dovrebbe essere semplicemente un dovere, in una città dotata di una capacità di fornire risposte al bisogno abitativo che i tecnici del Comune fotografano in un rapporto, piuttosto imbarazzante, di 62 su 1500. L’Istat ricorda per altro che il 30,4 per cento delle famiglie catanesi si ritrova a vivere in condizioni di povertà relativa, che – sul piano freddamente statistico – è il caso di un nucleo composto da due adulti con consumi inferiori a quello medio pro-capite nazionale. La media delle città metropolitane italiane fissa invece questo valore al 16,64 per cento


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