Giuseppe Parello, già direttore del Parco archeologico, commenta la riuscita della sfilata organizzata tra i beni culturali. «Abbiamo garantito la protezione assoluta del tempio, attraverso la nostra costante presenza durante l'esecuzione dei lavori», spiega
L’evento di Dolce & Gabbana nella Valle dei Templi «Grande visibilità», ma importo affitto è top secret
Atena, Era, Afrodite, Artemide. Sembravano delle vere dee greche le oltre cento modelle che la settimana scorsa hanno sfilato tra i capitelli e le colonne doriche del tempio della Concordia, nella splendida cornice della Valle dei Templi di Agrigento, indossando gli abiti della nuova collezione di alta moda firmata Dolce & Gabbana. «È andato tutto magnificamente bene – dice a MeridioNews Giuseppe Parello, direttore uscente del Parco della Valle dei Templi, che per più di un anno si è occupato dell’organizzazione dell’evento – sia per quanto riguarda l’evento in sé, sia per le ripercussioni che ha avuto sul territorio e per la visibilità che ha dato al parco a livello internazionale. È stato un evento molto equilibrato, gestito da più di cinquecento professionisti come Giuseppe Tornatore, che da regista ha contribuito a dare un’immagine molto raffinata dei luoghi». Luoghi che, naturalmente, godono già di tanta popolarità e che con questo evento sembrano aver conquistato ulteriore successo. «È vero che i luoghi sono già popolari – conferma Parello – ma l’evento era rivolto a un segmento nuovo. E siamo sempre alla ricerca di nuovi pubblici per far circolare l’immagine della valle dei templi nel modo più esteso possibile».
Per l’evento, che ha toccato anche Palma di Montechiaro e Sciacca, Dolce & Gabbana hanno chiaramente pagato. Le cifre sono dell’ordine delle centinaia di migliaia di euro, ma sui dettagli c’è il massimo riserbo. «C’è un accordo di riservatezza e di più non possiamo dire. Si tratta di somme che saranno incamerate nel bilancio del Parco», chiosa Parello. Le fasi preparative sono state all’insegna dell’inclusività. «Abbiamo concordato con gli organizzatori di consentire non solo alle modelle, ma anche ai visitatori, il passaggio all’interno della cella, tramite apposite strutture di protezione realizzate per offrire l’opportunità di vedere, per un certo periodo e consentendo l’ingresso a gruppi ristretti, l’interno del tempio della Concordia, solitamente chiuso al pubblico». Sarà possibile apprezzarne la struttura originale e osservare i cambiamenti avvenuti nel tempo dal 15 luglio al 15 settembre, grazie alla pedana in legno che consente l’accesso ai visitatori. E sono già tanti quelli che hanno prenotato la visita speciale, tra persone del posto e turisti esteri. «C’è grande entusiasmo per questa novità nella comunità agrigentina, che ricorda quando in gioventù frequentava l’interno del tempio prima che venisse tutelato e chiuso».
Dopo un evento maestoso come quello ideato da Dolce & Gabbana, viene da domandarsi come si fa a tutelare il patrimonio evitando danni di qualsiasi tipo. «Non è la prima volta che vengono realizzati all’interno del tempio della Concordia – spiega l’ex direttore – in passato abbiamo avuto una mostra di arte contemporanea e un evento organizzato dal Fai con Roberto Bolle. Non si tratta quindi di un’assoluta novità – sottolinea – semmai lo è nella misura in cui per questa occasione era accessibile l’intera cella, con la possibilità non solo di vedere l’interno, ma anche di percorrere in tutta sicurezza il peristilio e godere del paesaggio circostante attraverso una prospettiva assolutamente inedita». Nel caso di danni, comunque, una polizza assicurativa «molto consistente» avrebbe coperto eventuali interventi, fortunatamente non necessari visto che l’evento si è svolto nel migliore dei modi. «Abbiamo garantito la protezione assoluta del tempio, del pavimento e di ogni sua parte, attraverso la nostra costante presenza durante l’esecuzione dei lavori». E la soddisfazione è tangibile: «Tutto è stato apprezzato dai cittadini e dal presidente della Regione, motivo d’orgoglio per noi funzionari e dipendenti che lavoriamo ogni giorno cercando di dare il massimo».