Dopo una lunga formazione fuori dalla Sicilia, l'imprenditrice è riuscita a realizzare il sogno di tornare a lavorare nella propria terra d'origine. Oggi con la sua Ethical Sales Management rappresenta un esempio di modernità e lungimiranza
L’eubusiness, etico e sostenibile di Samantha Di Laura
Innovazione, business e sviluppo sostenibile. Su questi tre capisaldi si basa l’idea di imprenditoria etica della manager Samantha Di Laura. Un’imprenditrice che, con una appassionante storia di tenacia e di migrazione inversa – da Torino a Menfi – porta avanti la sua intensa visione di impresa green, femminile, sostenibile ed etica insegnando anche agli altri come fare con la sua Samantha Ethical Managment.
«Mi è sempre stato chiaro – sottolinea Samantha Di Laura – che generando ricchezza non solo per l’impresa, ma anche per il territorio e la società, le aziende avrebbero avuto un futuro di sicuro successo. Oggi non si parla d’altro perché la parola etica collegata al business non è solo un modo per mettere a posto la propria coscienza, ma anche un modo intelligente di fare impresa. Fare impresa significa rispetto: solo rispettando la natura e le persone si può costruire un business duraturo, e io lo chiamo eubusiness. Mi piace quel prefisso eu greco che significa “bene, buono”, ed ancora di più l’assonanza con “European Union”».
Un’attenzione verso il bene e il buono che accompagna Samantha da sempre, sin da quando, piccolissima, vivendo in Piemonte con i suoi genitori di origini siciliane (mamma di Villarosa, in provincia di Enna, e papà di Scillato, paesino palermitano considerato la porta delle Madonie) trascorreva le sue estati con i nonni sognando, un giorno, di vivere bene proprio in Sicilia, la sua «isola fatta di ruscelli, arance, olive e nonni che mi viziavano». Un sogno che non si affievolisce con gli anni, neanche quando, dopo una laurea in Lingue e Letterature Orientali alla Ca’ Foscari di Venezia, Di Laura diventa una manager d’azienda, facendo velocemente carriera prima in Euricomper lo sviluppo del mercato extraeuropeo, poi per Ebro Foods per le relazioni internazionali.
«Ho sempre considerato – racconta – la mia formazione e la mia carriera propedeutica al mio obiettivo principale: riuscire, un giorno, a venire a vivere e lavorare nella mia Sicilia. E quando tutti mi dicevano che sarebbe stato impossibile farcela, la mia risposta era sempre la stessa: “Inutile che cerchiate di dissuadermi, perché io ci proverò sempre”».
L’occasione arriva nel 2007, quando la manager lascia il lavoro a Siviglia per venire a lavorare a Menfi, nella cantina Settesolidi Diego Planeta come direttrice commerciale per la grande distribuzione. Dopo otto anni, nel 2015, Samantha Di Laura decide di creare la sua Ethical Sales Management (nata come Scirocco Ethical Sales Management), una direzione commerciale in outsourcing con un team tutto al femminile specializzata nella consulenza strategica etica nel settore delle piccole e medie imprese agricole: dal business plan alla costruzione di una strategia di sviluppo sostenibile, passando per tutti i livelli intermedi. Scopo principale: trasformare i produttori in imprenditori del terzo millennio e dare loro gli strumenti per costruire business sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale. «La sfida per le aziende – dice – è anticipare i cambiamenti ed evolvere velocemente. Innovazione, digitalizzazione, nuovi modelli di business, formazione continua, attenzione alle persone e all’ambiente: solo le aziende che vanno in questa direzione sopravvivranno. Dobbiamo fare un salto quantico culturale, economico e, soprattutto a queste latitudini, di mentalità».
E di fatto, la sua azienda è un vero modello di eubusinesse di etica, che accoglie le esigenze delle collaboratrici, alcune delle quali sono mamme, con il progetto Le scirocche stanno bene. Programma volto a conciliare le esigenze personali e professionali di chi lavora in Scirocco. E così dalla biblioteca in ufficio, la possibilità di portare i bimbi con sé, passando per la giornata del lavoro anarchico e l’agevolazione dello smart working («non è importante il dove – dice – ma il come, senza dimenticare i benefici che il mancato obbligo di spostarsi ogni giorno da casa in ufficio comporta sullo stato di salute e dell’ambiente) si incentiva il benessere che va di pari passo con risultati aziendali.