Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo di una giovane "dottoressa di ricerca molto arrabbiata" dopo il nostro articolo sulla discussione di venerdì scorso al Palazzo centrale tra il professor Recca e un gruppo di ricercatori, precari, dottorandi e studenti- Recca: 'Col cuore in mano, non ci sono posti'
Lettera aperta al Rettore: ‘Non siamo petulanti accattoni’
Caro Rettore, mi chiedo se Lei e gli stimati Presidi e Docenti di Ruolo vi rendete conto del perché ci stiamo mobilitando. Lo facciamo avendo preso atto del venir meno di ogni garanzia, sicurezza, promessa. Questo movimento non riguarda soltanto i tagli all’università, riguarda il furto di futuro di cui anche Voi siete responsabili nei nostri confronti. Le Sue parole lo confermano, non c’era affatto bisogno che lo spiegasse in modo così umiliante perché lo avevamo già capito.
I precari – mi dispiace contraddirLa – ci sono: docenti a contratto, assegnisti, neo dottori di ricerca come chi scrive ed altri contrattisti a vario titolo che con le disposizioni contenute nella Finanziaria vedono estinguersi la già flebile speranza di veder riconosciuto in un domani non remoto – attraverso prove selettive e non per sanatoria come una parte degli attuali Docenti di Ruolo – la propria qualificazione scientifica ed il lavoro che stanno svolgendo. Lei, caro Rettore, non può chiudere le porte in faccia a questa realtà. Non si limiti a dire “fortunatamente i conti dell’Università di Catania sono in ordine”. Ci informi su cosa intende fare per rimediare agli errori ed alle omissioni che in molte facoltà hanno portato a questa situazione di chiusura nei confronti dei giovani. Cosa intende fare l’Università di Catania per valorizzare il merito dei ricercatori precari e per rendere trasparente l’impiego nelle risorse?
Noi vi diciamo che urge un ripensamento ed un rimescolamento delle carte. In una situazione così grave non potete continuare a governare l’ateneo come un aggregato di cittadelle federate, non potete trattarci col disprezzo con cui ci si sbarazza di petulanti accattoni.
Caro Rettore, aspettiamo di sentire il vostro esame di coscienza in pubblico. A porte aperte.
La redazione di Step1 invita chiunque voglia partecipare al dibattito sui tagli e il ruolo dei precari nell’ateneo catanese a mandare i propri contributi alla casella email redazione@step1.it. Per favore, firmate sempre con il vostro nome e cognome (anche se non volete che venga reso pubblico).