Lettera aperta ai rappresentanti degli studenti

Gentile Rappresentante degli Studenti,

 

come forse saprà il DDL Moratti, la legge per la riforma del sistema universitario, ha già avuto approvazione dal primo ramo del Parlamento.

Tale Disegno di Legge Delega ha ricevuto le critiche più aspre da parte dell’intero mondo universitario.

Si sono espressi per il ritiro del DDL: La Conferenza Nazionale dei Rettori (CRUI), il Consiglio Universitario Nazionale (CUN), le Conferenze dei Presidi, i Coordinamenti della docenza (ricercatori in testa), tutte le sigle sindacali, centinaia di Facoltà, Corsi di Laurea, Dipartimenti, diecine di Assemblee Studentesche.

Nonostante ciò, il Governo, attraverso il Ministro Moratti, ha continuato a perseverare nell’intento di portare la legge all’approvazione definitiva entro  settembre (entro luglio il Senato la dovrebbe votare; a settembre l’ultima lettura è prevista alla Camera).

 

Il Coordinamento dei Ricercatori, dei Docenti, dei Precari e degli Studenti dell’Ateneo di Catania è mobilitato su questo tema da oltre un anno.

 

Abbiamo promosso una raccolta di firme (oltre mille firme in poche settimane tra 400 docenti e 600 studenti).

 

Abbiamo incontrato il Rettore, sottoponendogli il disagio estremo dell’Ateneo: il disagio dei tanti studenti (e delle loro famiglie) confusi e umiliati dalla Nuova Riforma (il 3+2) e dalla sua applicazione; la disillusione dei troppi giovani ricercatori precari per i quali la “riforma Moratti” prevede circa 12 anni di precariato malpagato (800 euro al mese, se va bene, e senza trattamento pensionistico); la protesta dei ricercatori e dei docenti umiliati da un progetto di legge che nulla dà e tutto chiede (le retribuzioni più basse d’Europa, tra i professori universitari, sono in Italia: un ricercatore italiano ha un emolumento base di 1.080 euro contro circa il doppio di Francia, Inghilterra, Germania… Lo Stato italiano impiega per ricerca, diritto allo studio e Università lo 0,95% del PIL, contro il 2,40 % di Francia e Germania, il 3% di Stati Uniti e Giappone… )

 

Abbiamo promosso confronti sul merito della riforma all’interno delle Facoltà, con assemblee d’Ateneo e dibattiti tra esponenti politici di maggioranza e opposizione, nell’intento di condurre a ragione il Governo, spostandolo dalle sue posizioni pregiudiziali (posizioni denunciate da stessi esponenti della maggioranza: si pensi che il Ministro Moratti non ha avuto il coraggio e la competenza per andare mai ad un confronto con i “suoi” docenti!). Le nostre proposte per un’Università del futuro, forte ed autorevole, proposte varie e articolate, non hanno trovato, purtroppo, alcuna risposta.

 

Crediamo che oggi sia il momento, per tutti, della responsabilità

 

Se la Riforma passerà, essa avrà effetti deleteri sull’intero sistema universitario, effetti difficilmente reversibili nel breve e medio periodo.

 

In particolare:

–         Essa creerà il marasma nella vita delle Università, pregiudicando l’esistenza di molti Corsi di Laurea.

–         L’università italiana diverrà incapace di competere con i sistemi più avanzati. I suoi laureati saranno il fanalino di coda del sistema del lavoro globale.

–         La nostra economia sarà danneggiata e perderà competitività (come denunciato dalla Confindustria e dai Sindacati, entrambi assolutamente critici sulla Legge, alle audizioni alla Camera).

 

Ogni posizione è democraticamente legittima, purché motivata.

Nell’Ateneo di Catania, nonostante l’impegno al dibattito ed al confronto di molti rappresentanti, in diverse Facoltà, non pare essere maturata una riflessione tra gli studenti (diversamente dalla maggior parte degli altri Atenei, dove gli studenti hanno sviluppato una loro riflessione ed un autonomo dibattito).

 

Le chiediamo di valutare i documenti allegati, ovvero: il comunicato della CRUI del 23 giugno; il documento del Senato Accademico di Catania, del 27 giugno; il documento di analisi, critica ed allarme redatto dal Coordinamento, dove – articolo per articolo – si mostrano gli effetti devastanti della proposta governativa.

Le chiediamo di volere stimolare la Sua Facoltà, a qualsiasi livello (Consigli di Facoltà, Corsi di Laurea, Dipartimenti) a mandare un messaggio chiaro di analisi e di critica di tale provvedimento.

 

Purtroppo, a maggior ragione giunti a questo punto dell’iter parlamentare, il DDL Moratti non è più emendabile. La richiesta collettiva di ritiro ci pare l’unica soluzione accettabile.

 

Siamo certi che vorrà valutare il nostro appello e raccogliere l’invito ad un confronto, sostenendo anche l’intento manifestato dal Rettore del nostro Ateneo per un momento di riflessione pubblica dell’Università di Catania sullo stato nazionale della ricerca, da tenersi prima dei prossimi passaggi parlamentari della legge.

 

E’ in gioco il futuro degli studenti e del paese tutto.

Esprimere la propria opinione e concorrere al dibattito pubblico è un diritto, ma oggi è anche un dovere.

                     

                       Coordinamento dell’Ateneo di Catania

 

Per contattarci: atscu@tin.it

                        mazzonem@unict.it

                        riccardo@dmi.unict.it

 

 

 Documento del Coordinamento dei docenti, ricercatori, precari e studenti, Università di Catania.

 

 

              

Redazione Step1

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