Lettera al presidente del Senato Piero Grasso: che ne pensa della legge sulle slot-machine?

LA NOSTRA CURIOSITA’ NASCE DAL FATTO CHE QUESTO PROVVEDIMENTO E’ STATO VOTATO E APPROVATO PROPRIO DAL RAMO DEL PARLAMENTO DA LEI PRESIEDUTO

Egregio presidente del Senato, Piero Grasso,

Le scriviamo da Palermo, città che lei dovrebbe conoscere un po’, per chiederle – da magistrato, prima che da presidente del Senato -: che cosa pensa della legge varata ieri dall’assemblea che Lei presieduta? Ci riferiamo – l’avrà certamente intuito – alla ‘bellissima’ legge che penalizza le Regioni e i Comuni che cercano di opporsi alla diffusione del gioco d’azzardo.
Sa perché ce lo chiediamo? Perché avendo letto tanti saggi sulla mafia ci siamo ricordati che, forse, i mafiosi, storicamente, sono molto legati, se non affezionati, al gioco d’azzardo. Addirittura, abbiamo anche la sensazione che i mafiosi possano gestire il gioco d’azzardo.
Lo sa qual è il bello, senatore Grasso? Questa la ricordiamo giusto perché Lei, come noi, è siciliano. Lo sa perché lo Stato italiano ha chiuso nei primi anni ’60 del secolo passato e non ha riaperto fino ad oggi il casinò di Taormina? Perché lo Stato teme le infiltrazioni mafiose e il riciclaggio!
Che effetto le fa, senatore Grasso, vedere dal vivo – se vogliamo anche da protagonista, visto che Lei presiede l’assemblea di Palazzo Madama – un ramo del Parlamento votare a favore di una legge che favorisce il gioco d’azzardo, quando lo stesso Stato vieta la riapertura del casinò di Taormina?
Non le viene – da siciliano – un moto di stizza? Non le viene di affermare – sempre da siciliano -: ma quanto sono farisei questi governanti italiani! A noi, in Sicilia, tengono chiuso il casinò di Taormina, e al Senato votano una legge che favorisce il gioco d’azzardo e punisce chi si rifiuta di agevolarlo!

E che ne pensa del “buon padre di famiglia” – così, ieri sera, si è autodefinito il presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta – quello che viene dato vicino alle congreghe del gruppo Aspen-Bilderberg? Un “buon padre di famiglia” che punisce le Regioni e i Comuni che si oppongono alle slot-machine…
E che ne pensa del suo Partito – il PD – che ha proposto e votato questa bella legge? Peccato: se Lei fosse ancora magistrato Le sussurreremmo un particolare che oggi sembra sfuggire a tanti osservatori: e cioè che la prima, grande ‘operazione’ sul gioco, in Italia, risale a un periodo compreso tra il 1999 e il 2000: proprio quando governava il centrosinistra.
Guarda caso, anche oggi, come allora, l’Italia è governata dal centrosinistra. Ma guarda un po’ che strana combinazione! Un caso o il diavolo ci sta mettendo la coda? Lei che ne pensa da ex Grande Inquisitore? Non è un bell’indizio?
Peccato che Lei sia ormai un politico, senatore Grasso. Altrimenti le avremmo chiesto: dal 1999 fino ad oggi è stata fatta una verifica seria, puntuale di chi sono, in realtà, i veri proprietari di queste società che operano nel mondo del gioco?
Ci vorrebbe un’inchiesta: non di quelle che facciamo noi, che siamo piccoli: ma un’inchiesta di quelle che faceva Lei quando era magistrato: quando di ogni società si vanno a vedere quelle cose lì, come si chiamano?, ah sì, le visure camerali, ci sembra.
Sì, una bella inchiesta con tanto di visure camerali, per capire, società per società, a chi il Parlamento italiano – con Lei presidente del Senato – sta facendo una bella cortesia…


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