Un cobra minaccioso troneggia nella magliettina nera, accanto a uno slogan che dice tutto: “Let your body do the talking”.
A vederla così, bionda e minuta, sembra una di quelle ragazze fatte per inodossare tutù e scaprette. Ma Maria Torrisi, 25 anni, laureanda in Lingue e Letterature Straniere, a nastrini e tulle rosa preferisce guantoni e paradenti.
Maria pratica da tre anni la kickboxing (arte marziale nata a Los Angeles nel 1974, che combina tecniche di calci e pugni), gareggia a livello agonistico per la Kobra Kai di Riposto e ha raggiunto importanti risultati a livello nazionale, qualificandosi per il secondo anno consecutivo ai Campionati del Mondo di Kickboxing WKA.
Sapresti descrivermi la Kickboxing in tre parole?
Passione. Spirito di sacrificio.Soddisfazione.
Perchè hai scelto questo sport, che non è di certo tra i più praticati in Italia?
Quasi per scherzo. Lavoravo a tempo pieno al Bingo, avevo poco tempo libero e così ho cominicato a “lievitare”. E’ stato allora che il mio collega-maestro, divenuto nel tempo amico e guida, Salvo Le Mura, mi ha consigliato di provare uno sport che a suo dire “fa bruciare molte calorie”.
Da quanto tempo ti alleni?
Da quasi tre anni mi alleno per sei ore al giorno, sei (sette nel periodo pre gara) giorni a settimana. Fino a oggi ho disputato dodici gare, di cui otto vinte. (ndr. quest’anno si è piazzata al primo posto sia in Coppa Italia sia ai Campionati italiani categoria meno 50).
Quindi gran parte del tuo tempo lo impieghi in palestra. Questo come ha influenzato i tuoi studi? E la tua vita sociale?
Ho rallentato di molto con gli studi ma ho la soddisfazione di fare qualcosa di diverso dal solito e di molto gratificante. Inoltre ho socializzato tanto con i ragazzi della palestra, loro riescono a capire il perchè di tanti sacrifici, con loro condivido obiettivi comuni.
Vita regolare e soprattutto allenameti duri, dunque. Ma in definitiva: ne prendi più di quante ne dai?
In palestra ne prendo tante dal mio maestro, e va bene così. Poi mi sento più carica in gara, contro il mio avversario. Comunque gli incontri persi sono quelli che danno di più, ti permettono di capire meglio errori o imperfezioni.
Qual è il posto più lontano dove hai combattuto?
Siamo stati in giro un pò per tutta l’Italia: Palermo, Roma, Latina, Padova. Il posto più lontano è stato comunque Basilea (Svizzera), dove si sono disputati i Campionati del Mondo di Kickboxing WKA 2004.
Tra le inclinazioni necessarie per frequentare la facoltà di Lingue e Letterature Straniere vi è “una spiccata curiosità per l’altro, passione per il viaggio e conoscenza di altre culture e civiltà”. In tal senso, i tuoi studi ti hanno agevolato nel rapportarti con gli altri atleti a livello internazionale?
Certo, questa è proprio la parte piu divertente. Tanti sacrifici vengono poi ripagati anche dalle piccole cose, come fare da mediatrice con gli arbitri o gli altri agonisti, sfruttando le mie conoscenze di inglese, tedesco, francese.
“Costruire la pace attraverso lo sport”: questa è la proposta di tregua olimpica per i Mondiali di Torino 2006 fatta dall’ONU. Cosa mi dici a riguardo?
Come dice sempre il mio maestro: “lo sport unisce, non divide”. Anche in Nazionale, passato il primo periodo da matricole, si è subito instaurato nel gruppo una forte solidarietà che non ha lasciato spazio alla rivalità. Ma dopo i Campionati del Mondo si è di nuovo rivali, solo nel quadrato ovviamente.
Un’ultima domanda: quali paure e speranze per il Campionato del Mondo di Toronto 2005?
L’anno scorso in Svizzera si contavano 2800 partecipanti provenienti da 50 nazioni diverse. A questo livello c’è una forte competizione e le paure sono tante: deludere il mio maestro, chi mi è stato vicino. Speranze nessuna ma un unico obiettivo: il podio.
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