L’esercito davanti ai duomi di Cefalù e Monreale? Proposta della prefettura: «Turismo in aumento»

In undici anni i militari sulle strade dell’area metropolitana di Palermo sono più che raddoppiati: dai 50 indicati all’avvio dell’operazione Strade Sicure (con la quale l’allora governo Berlusconi scelse di affiancare l’esercito alle forze dell’ordine che operano in ambito urbano) agli attuali 120, di cui 103 operativi e 17 con funzioni di comando e controllo. E potrebbero ulteriormente aumentare. All’audizione di ieri presso la commissione Difesa, la prefetta di Palermo Antonella De Miro ha spiegato che si sta valutando l’utilizzo dei militari anche presso i duomi di Cefalù e Monreale.

Motivo? L’incremento dei flussi turistici che porta con sè un rischio maggiore di attentati terroristici. «Si tratta di un modello assolutamente efficace – ha affermato la prefetta – Il corpo militare viene già impiegato fuori dalla città, nel territorio di Cinisi all’interno dell’aeroporto. Fuori dal tessuto urbano, è stato valutato anche di considerare un aumento del rischio sicurezza considerato l’aumento dei turisti nell’area metropolitana di Palermo. Specie ad esempio sul porto di Palermo, che vede un continuo aumento di persone provenienti dalla navi crociere. Si è valutato un incremento ulteriore di militari dell’esercito per rafforzare i presidi di sicurezza alla Cattedrale di Palermo e ai duomi di Cefalù e Monreale».

Azioni di perlustrazione e vigilanzia di obiettivi fissi, questi i due compiti principali assegnati ai militari con l’operazione Strade Sicure. Due militari per volta vengono destinati alla vigilanza fissa, tre o quattro a seconda dei casi per la vigilanza dinamica dedicata. «L’esperienza dell’impiego dell’esercito, in concorso con le altre forze dell’ordine, per elevare lo standard di sicurezza dei territori e contribuire al controllo e alla  vigilanza di obiettivi sensibili risale alla stagione dei Vespri siciliani – ha affermato De Miro – L’operazione Strade Sicure nell’Isola e a Palermo prosegue quell’esperienza». 

Nel 2009 in città vengono stabiliti i primi due obiettivi fissi, davanti i consolati di Russia e Stati Uniti, con gli orari di solito che vanno dalle 08 alle 14 a meno di eventuali esigenze consolari. In provincia sono stati attivati sei circuiti di controllo, attraverso l’individuazione di obiettivi ritenuti strategici come il porto e l’aeroporto di Palermo, oltre alle sedi istituzionali e alle abitazioni di una manciata di magistrati particolarmente coinvolti in inchieste delicate. 

«In occasioni particolari – ha spiegato ancora De Miro – come la presenza ad esempio del presidente cinese di sei mesi fa, quindi di eventi particolare rischio, le forze vengono ulteriormente implementate». All’audizione, poi, c’è stato il tempo anche per qualche chiarimento. «Qual è l’impatto della presenza di militari nei confronti della popolazione? – ha chiesto il deputato Pd Andrea Frailisi – Ci sono delle comunità che reagiscono in un modo e comunità che reagiscono in un altro. C’è qualcuno che vede l’arrivo dei militari come, mi si passi il termine, come un’occupazione del territorio? A Palermo è accolta bene questa sicurezza in oppure ci sono dei malumori, dei malesseri?». 

Domande che forse, più che al prefetto che sostiene con vigore la presenza dei militari per le strade, andrebbero rivolte alla popolazione.  Le amministrazione comunali, intanto, sembrano accettare di buon grado l’invio di militari nelle strade. «Condividiamo la proposta del prefetto di Palermo perché riteniamo necessario aumentare i presìdi a garanzia della sicurezza dei cittadini anche a Cefalù – dice il sindaco Rosario Lapunzina -, meta turistica di livello internazionale, parte integrante del sito UNESCO Palermo arabo- normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale, nonché località in cima alla top ten delle città siciliane per incremento del numero degli arrivi e di permanenze. Ogni iniziativa utile a rendere più sicura la nostra città, a beneficio dei residenti e dei turisti, non potrà che avere sempre il sostegno dell’amministrazione comunale».


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