I sigilli sono stati posti in un terreno adiacente all'ex cava dove dovrebbe sorgere la discarica per rifiuti speciali non pericolosi. Secondo la Procura, qui sarebbero stati depositati circa 500mila metri cubi di scarti dei lavori di sbancamento della discarica di Grotte San Giorgio. La posizione della giunta Bosco. Guarda le foto
Lentini, sequestrati dieci ettari in contrada Armicci Da agrumeto a posto dove scaricare materiali inerti
Ufficialmente doveva essere un agrumeto ma in realtà, in un terreno di circa dieci ettari, sarebbe stato scaricato mezzo milione di metri cubi di materiali provenienti dai lavori di sbancamento della discarica di Grotte San Giorgio, in fase di ampliamento.
È quanto si nascondeva dietro due progetti di miglioramento fondiario, secondo quanto accertato dal personale del Nictas e della polizia coordinati della Procura di Siracusa, che hanno posto sotto sequestro l’area in contrada Armicci a Lentini, accanto all’ex cava in cui dovrebbe nascere la contestata discarica per rifiuti speciali non pericolosi, sulla quale l’amministrazione comunale guidata da Saverio Bosco ha più volte posto l’attenzione, denunciando le anomalie che si celano dietro la sua costruzione, tanto da spingere la magistratura ad aprire un’inchiesta per fare luce sulla legittimità dell’iter autorizzativo.
Dalle indagini è emerso che a dare l’ok al progetto della ditta Pastorino sono stati alcuni funzionari della Regione poi arrestati nell’ambito dell’operazione Piramidi. Ovvero Gianfranco Cannova, che «ha sottoscritto la valutazione di impatto ambientale», e Mauro Verace, che «ha autorizzato i lavori sotto il profilo urbanistico».
«Evidentemente la Procura, dopo la nostra segnalazione sulla Pastorino, ha trovato gli elementi per indagare anche su questa spianata di centomila ettari – spiega a MeridioNews l’assessore Santi Terranova -. Prendiamo atto di questa determinazione e speriamo che possa avere anche un effetto positivo sulla battaglia che stiamo conducendo contro il progetto della ditta Pastorino». La giunta ha fatto ricorso al Tar contro gli atti che hanno dato il via libera alla realizzazione della discarica di Armicci e la sentenza è attesa per il 19 ottobre. «I giudici dovranno prendere in considerazione anche questa nuova circostanza, siamo ancora in tempo per documentare questo importante sequestro – aggiunge l’assessore -. Si tratta di una situazione anomala, perché spendere due milioni di euro per riempire un sito ampio quanto la piazza di Lentini e portarlo a quota terreno, solo per farci un agrumeto dal valore di 300mila euro, è quantomeno strano».
La richiesta di sequestro, accolta dal giudice per le indagini preliminari, è stata formulata dal sostituto procuratore Tommaso Pagano e dal procuratore capo Francesco Paolo Giordano.
Per il coordinamento No discarica Armicci, il provvedimento, che interessa i rappresentati di due società che operano nel settore dello smaltimento e trattamento dei rifiuti e il progettista, è arrivato troppo tardi. «Il movimento di terra si è verificato quindi il danno è già fatto – commentano i portavoce -. Devono essere prima gli abitanti a prendersi cura e a controllare il proprio territorio, per questo facciamo loro un appello affinché diventino più partecipi e responsabili di decisioni che li riguardano in prima persona». Il comitato sostiene poi che occorrerebbero «un piano di rifiuti pensato sulle reali esigenze dei Comuni e politiche di tutela sociale e ambientale dei territori. Vorremmo fermare – evidenziano – l’avanzata delle discariche private, e per questo, oltre ad aspettare l’esito del Tar, ci prepariamo a far sentire forte la nostra voce per la manifestazione del 10 Ottobre a Palermo», che vedrà associazioni e movimenti riunirsi in corteo per criticare il mancato sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia.