Si è concluso l'incontro tra i due coordinatori siciliani e il segretario del partito. Nessun passo indietro, anzi il Carroccio rilancia con gli attuali vertici. «Abbiamo spiegato a Salvini il contenuto delle intercettazioni che ci vedono coinvolti e non ci sono problemi», spiega Attaguile
Lega, Salvini conferma fiducia ad Attaguile e Pagano «Via al tesseramento, tra 15 giorni Matteo in Sicilia»
Nessun commissariamento della Lega in Sicilia, anzi rilancio con una nuova visita di Matteo Salvini e l’avvio del tesseramento con una migliore organizzazione del partito sul territorio. È questo l’esito dell’incontro di oggi pomeriggio tra il segretario del Carroccio e i due coordinatori siciliani: Angelo Attaguile e Alessandro Pagano, indagati dalla Procura di Termini Imerese per istigazione al reato di attentato contro i diritti politici del cittadino, compiuto dai fratelli Mario e Salvino Caputo in occasione delle elezioni regionali del 2017 e per le Amministrative di Termini dello stesso anno. «Voglio prima leggere le carte e poi parlare. Ci sarà qualche querela. Quello che ho letto finora mi convince poco. Quando si cresce bisogna stare attenti e noi staremo sempre più attenti: se qualcuno si è dimostrato furbo o poco onesto, la Lega non è casa sua». Sono queste le parole, riportate dall’Ansa, dette da Salvini dopo aver incontrato alla Camera Alessandro Pagano e Angelo Attaguile.
Ieri, dopo la pubblicazione della notizia, Salvini ha convocato a Roma i due politici siciliani. L’incontro, in un primo momento previsto per le 11, è slittato alle 16. In mattinata il segretario della Lega è infatti salito al Quirinale dal presidente della Repubblica per le consultazioni in vista della formazione del governo. «L’incontro è andato benissimo – spiega Attaguile a MeridioNews – Tra 15 giorni Salvini sarà in Sicilia, al momento resta tutto così, ma dobbiamo impegnarci tutti per responsabilizzare i referenti provinciali e avviare il tesseramento». L’ex senatore catanese resta dunque coordinatore per le province orientali, Pagano per quelle occidentali. Nonostante le contestazioni che gli rivolgono i pm di Termini. «Né io, né Pagano abbiamo ricevuto comunicazioni da parte della Procura – continua Attaguile – Abbiamo spiegato a Salvini il contenuto delle intercettazioni che ci vedono coinvolti e non ci sono problemi». In vista del rafforzamento sul territorio – che potrebbe passare anche dall’ingresso nella giunta regionale di Nello Musumeci, richiesta già avanzata dalla Lega ma finora respinta – resta da scegliere un coordinatore regionale. «Ne parleremo più avanti – spiega Attaguile – Salvini sposa l’idea che chi ha ruoli nazionali, da parlamentare o nel governo, non può essere responsabile territoriale».
Secondo gli inquirenti di Termini, i due coordinatori avrebbero saputo, suggerito e avvallato quello che per i pubblici ministeri è stato un vero e proprio raggiro degli elettori: presentare volutamente un candidato, Mario Caputo, inducendo a credere che fosse un altro, e cioè il fratello decisamente più noto Salvino Caputo (i due fratelli sono accusati anche di voto di scambio). «Senti, mi devi fare una cortesia – dice Pagano a Salvino Caputo quando si profila l’impossibilità di candidare quest’ultimo alle Regionali a causa di una condanna definitiva per tentato abuso d’ufficio – non possiamo prendere settemila o seimila voti e buttarli al macero. Scusa, male che va candidi tuo figlio. Tu continui ad essere più forte di tutti. Io so già la soluzione qual è. Caputo senza fotografie e Gianluca, non so come si chiama tuo figlio, detto Salvino. Punto e basta, funziona così». Alla fine al posto del figlio, viene messo in lista il fratello che risulta il primo dei non eletti in Alleanza per la Sicilia – Nello Musumeci Presidente che univa candidati di Fratelli d’Italia e Noi con Salvini.
In un’altra intercettazione, anche Attaguile commenta la possibilità di candidare il figlio Gianluca. «Ho parlato con Alessandro (Pagano ndr) – dice il coordinatore della Lega in Sicilia orientale – la soluzione che ha posto lui è ottima. Quella “detto Salvino”. Candidare tuo figlio e stare tutto così com’è e poi ci si mette “detto Salvino”. La tua la mantieni lo stesso. Questa candidatura, mettendoci il nome di tuo figlio. Però ci metti “detto Salvino”».
Sia Pagano che Attaguile vengono poi citati in due episodi in cui Caputo avrebbe promesso assunzioni o favori in cambio di voti. Per quanto riguarda Pagano, gli inquirenti annotano che Caputo avrebbe promesso un‘assunzione in un’impresa di pulizie che lavorava all’ospedale di Termini, «per il tramite del deputato nazionale Pagano Alessandro». Rispetto ad Attaguile invece l’interessamento avrebbe riguardato il trasferimento in una diversa filiale di banca di un soggetto che avrebbe in cambio votato e fatto votare per Caputo. «Io – replica Attaguile – non conosco questa persona, non ho mai sentito parlare di banche, nessuno mi è mai venuto a chiedere favori e io non gliene avrei certamente fatti. Non è escluso che qualcuno abbia millantato dicendo “non ti preoccupare, glielo dico ad Attaguile”, ma a me, lo ribadisco, non è arrivata nessuna richiesta».
Anche Pagano fa sapere di non avere ricevuto nessuna comunicazione dalla Procura, e aggiunge che «dalle notizie comunque riportate dalla stampa fino a questo momento, emerge un utilizzo più o meno strumentale da parte di alcuni media del mio nome e della mia immagine. Accostarmi o associarmi a fatti come quelli relativi al voto di scambio di cui sono del tutto estraneo – conclude – e che non appartengono alla mia storia né alla mia cultura politica e umana, è un grave danno alla mia onorabilità».