«Buttato fuori solo per avere osato criticare la dirigenza siciliana della Lega e avere chiesto di tornare a occuparci dei bisogni della gente». Lo scrive in una nota Igor Gelarda, ex capogruppo della Lega al consiglio comunale dove non è stato rieletto. Gelarda, baluardo del Carroccio a Palermo, dove è stato fondatore del gruppo consiliare dopo essere uscito dal Movimento 5 stelle, aprendo la strada agli arrivi di Anello, Caronia e Figuccia, aveva criticato la china intrapresa in Sicilia dal partito di Salvini all’indomani delle elezioni amministrative. Andate non benissimo per Prima l’Italia, che non ha brillato particolarmente nei risultati, entrando in Consiglio a Messina, grazie alla spinta decisiva di Cateno De Luca, e a Palermo, dove ha passato, non senza tribolazioni, lo sbarramento del cinque per cento.
«Dopo oltre quattro anni in questo partito, quattro anni di grande attività su strada e di vera opposizione al sindaco Orlando, ma anche di forti critiche che mi hanno fatto i cittadini per essermi associato al partito di Matteo Salvini, oggi vengo buttato fuori malamente – spiega Gelarda – Sono stato prima oggetto di un pesantissimo attacco politico da parte dei maggiorenti siciliani di Lega/Prima l’Italia (Minardo, Scoma, Fallica, Figuccia e Caronia) e adesso buttato fuori da tutte le chat ufficiali di partito, solo per avere osato criticare il segretario regionale del partito Nino Minardo». Non una parola, non una telefonata o un messaggio, solo la rimozione dalle chat di gruppo del partito, avvenuta per mano proprio di Minardo.
«Ho chiesto che il partito tornasse a parlare dei bisogni dei cittadini che non riescono più ad arrivare a fine mese – sottolinea Gelarda – Non sono uno yesman, non ho paura di dire quello che penso. Ho sempre difeso la mia città e la mia isola e continuerò a farlo, senza scendere a compromessi. Non voglio incarichi voglio liberare questa terra. Ho solo paura dei politici che si allontanano dal bisogno dei cittadini. Come purtroppo ha fatto il partito di Matteo Salvini in Sicilia. Faccio l’ultimo appello a Salvini di azzerare tutto in Sicilia e di ripartire dalla gente. La mia storia politica – conclude – non è compatibile con un partito che ama più i palazzi che i cittadini».
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