The roots are important, ripete spesso Martin Scorsese. E il più grande regista cinematografico vivente lo ha imparato a proprie spese. Dopo una vicenda lunga anni finalmente da pochi giorni è ufficialmente cittadino italiano. Le radici sono importanti, dunque. Nei giorni scorsi nel Comune di Polizzi Generosa è stato trascritto l’atto di nascita del regista, dando seguito alla richiesta giunta dal consolato generale italiano a New York lo scorso mese di agosto. «Può essere il punto di inizio di una nuova storia» esulta il sindaco Giuseppe, detto Pino, Lo Verde. Una storia romantica, a tratti improbabile e lunga 39 anni, in pieno stile Hollywood. Scorsese e Lo Verde, d’altra parte, sono per giunta parenti alla lontana, nel senso che «suo padre con mio nonno erano cugini diretti».
È il 1979 quando il regista, nato a New York nel 1942 e cresciuto a Little Italy, sceglie di venire in Italia. Ha già girato il capolavoro Taxi Driver e sta per affrontare forse la sua pellicola più celebre, Toro scatenato. E tra un set e l’altro sceglie di omaggiare le sue origini con una tappa in Sicilia, insieme alla moglie Isabella Rossellini: un’altra storia nella storia, visto che il suo amore smodato per il cinema italiano nasce dalla visione di Paisà, girato dal padre di Isabella, quel Roberto Rossellini tra i padri del neorealismo. Scorsese è ossessionato dalla voglia di saperne di più sulla sua famiglia. Va all’anagrafe e chiede se in città c’è qualcuno col suo cognome. Ma l’impiegato gli risponde picche. Il regista non capisce: ma allora il padre ha sbagliato paese? Improbabile, visto che pur non essendoci mai stato neanche lui (a trasferirsi da Polizzi agli Usa è il nonno di Martin) gli ha descritto la cittadina madonita talmente bene che il figlio Martin trova ogni cosa al suo posto.
Per fortuna in quegli uffici comunali lavora ai tempi anche Pino Lo Verde, l’attuale sindaco. Che ha un’intuizione: avendo avuto una bisnonna di nome Scozzese, intuisce che, arrivati in America, i primi Scozzese fossero stati registrati diversamente, come succedeva per molti emigranti. Scorsese invece di Scozzese, insomma. Ecco dunque che il 25 settembre 2018 il Comune di Polizzi Generosa attesta che «Martin Charles Scorsese è cittadino italiano per discendenza del nonno Paolo Francesco Scozzese, nato a Polizzi Generosa il 21 ottobre 1886». A MeridioNews Lo Verde racconta che «ho saputo informalmente che già nel 2005 il Consolato aveva trasmesso l’atto di nascita per essere trascritto nel registro del Comune di Polizzi Generosa». Ma quella volta alla richiesta, chissà perché, non viene dato seguito. «Noi l’abbiamo fatto in due giorni, era una cosa dovuta. C’è molta diffidenza in quelle che spesso vengono chiamate a torto città babbe. Ci si perde in mille rivoli. Questo è un atto importantissimo non solo per noi, ma per la Sicilia e l’Italia intera. Una storia che ci riempie di orgoglio».
Già nel 1990 Scorsese e Lo Verde si erano incontrati. In quell’occasione il regista italoamericano aveva deciso di regalare agli anziani genitori, in occasione del loro cinquantesimo anniversario di matrimonio, un altro viaggio siciliano, tra Ciminna (luogo di origine dei nonni materni) e Polizzi Generosa. «Suo padre e sua madre sono stati ospiti di mio nonno – racconta ancora il primo cittadino – Lui ha girato il paese, ha fatto persino alcune riprese. Con Martin c’era anche il giornalista Saverio Lodato. Parlava di girare un film. E quella volta mi chiese di invitare, al suo prossimo ritorno, il suo amico Giuseppe Tornatore». Era stato infatti proprio il regista italoamericano a conferire al collega bagherese l’Oscar per Nuovo Cinema Paradiso. E la magia della sala torna anche per quella che è un’occasione sfumata. Nel 2002, infatti, il regista e il sindaco tornano a incrociare i loro percorsi. Scorsese è a Roma, dove sta girando il mastodontico Gangs of New York.
«Io l’avevo invitato sulle Madonie attraverso una lettera inviata alla direzione di Cinecittà (dove Scorsese fece costruire uno spettacolare set … ndr) – ricorda Lo Verde – Mi rispose direttamente lui, dicendomi che era troppo impegnato e non poteva lasciare la Capitale ma invitandomi a raggiungerlo. E così feci. Sono stato suo ospite per tre giorni. Ho avuto modo di assistere alle riprese, e mi ha fatto persino entrare nella sua cabina di regia, di solito un totem inviolabile, tanto che attirai le invidie e curiosità dei suoi collaboratori». Chi sarà mai, si sarà chiesta l’intera troupe internazionale, quest’uomo che è riuscito a conquistare una simile fiducia da parte di un artista noto per la sua scrupolosità e precisione? «Ma chistu cu è, u pascià? Si saranno chiesti tutti» chiosa divertito il sindaco. Magari non avranno detto proprio così, ma l’aneddoto resta degno di nota. Lo Verde viene lasciato ad ammirare i trucchi della settima arte, tanto da definirla «un’esperienza indimenticabile». E, ammaliato, prova un colpo a effetto. «Abbiamo un cinema, a Polizzi, che fu il primo cinema delle Madonie negli anni ’60. Lo abbiamo ristrutturato e reso funzionante. Quando andai a Roma a trovare Martin, lui disse a Leonardo Di Caprio e Cameron Diaz e Daniel Day Lewis che tutti insieme “dovevamo andare a Polizzi per inaugurare il cinema di mio cugino”. Ma questo progetto non è andato in porto purtroppo».
Un amore, quello di Scorsese per l’Isola, che ha avuto insomma alti e bassi. «Ha sempre detto che gli piacerebbe tanto promuovere la Sicilia, ma forse mancano le interlocuzioni con la Regione. Nel suo documentario sulla storia del cinema italiano, di cui è innamoratissimo e preparatissimo, parla anche di Polizzi. E magari, perché no, l’ultimo film di Scorsese potrebbe essere girato qui. Dipende da noi. In ogni caso comunque abbiamo esaudito il suo desiderio. Oltre alla cittadinanza onoraria io ho altre cose in mente. Ho in testa di organizzare un festival cinematografico sulle Madonie, col suo nome tutte le porte sarebbero spalancate. E gli daremo la commenda d’argento, che abbiamo dato anche a Vincent Schiavelli». Polizzi città di cinema, visto che anche Sylvester Stallone sarebbe imparentato con gli Scorsese. Un’altra storia, vagheggiata dagli anziani del paese, che si aggiunge a tutte le altre. Come quella appunto di Vincent Schiavelli, uno dei più famosi caratteristi del cinema (indimenticabile la sua interpretazione in Ghost, in cui recitò la parte del fantasma barbone che insegna al protagonista Patrick Swayze a gestire la nuova natura di spettro).
L’attore scelse volontariamente di venire a vivere gli ultimi anni della sua vita nelle Madonie. Un vero e proprio personaggio, strambo e stralunato – pare che il suo numero di telefono fosse pubblico e accessibile a tutti – che una volta giunto sulle Madonie riesce chissà come a comunicare col suo miscuglio semi incomprensibile di inglese e dialetto. «L’italiano non lo capiva – dice Lo Verde – e parlava il polizzano antico che gli aveva trasmesso sua nonna in America, si faceva fatica a capirlo. Non aveva messo mai piede in Italia prima di allora. Gli parlai al telefono e lo invitai io per la prima volta a venire a Polizzi. Lui pianse e tra le lacrime disse “vengo, vengo”. Oppure mi ricordo di quella volta che lo invitai a casa mia ma non c’entrava dentro la mia macchina perché era troppo alto e abbiamo dovuto utilizzare l’auto più grande di mio fratello». E due settimane fa, come racconta Lo Verde, a visitare la tomba dell’attore è giunto a Polizzi persino Danny De Vito. «Non ha voluto avere alcun contatto col paese – racconta il sindaco – perché ha detto di voler rendere solo omaggio all’amico e collega. È stato da solo in cimitero, ha pregato e pianto e poi se n’è andato».
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