Le migrazioni con gli occhi dei ragazzi

Cosa vivono i migranti di tutto il mondo che si trovano in una nuova realtà? A questa domanda un gruppo di circa venti ragazzi del liceo scientifico di Modica “Galileo Galilei” da più di un mese sta imparando a dare una risposta.

Accompagnato da un piccolo gruppo di esperti che giornalmente operano sul territorio, i giovani hanno puntato la loro attenzione sulla comunità di stranieri presenti nel ragusano.

La provincia col capoluogo più a sud d’Italia è una delle zone più interessate da fenomeni migratori di ogni tipo, molto di più rispetto alle metropoli siciliane di Palermo, Catania e Messina. Terra di confine come in passato era stata solo Trapani con il suo settore ittico, oggi nei cantieri e negli ettari di serre si parla tunisino, albanese, e da poco anche rumeno.

 

Mentre i genitori contribuiscono al PIL nazionale, i bambini, che la legge vuole ancora stranieri, vanno a scuola ed imparano perfino il dialetto. Attraverso la testimonianza di Tarig Ahmed, presidente della cooperativa di mediatori culturali gli alunni di Modica hanno appreso che ben 836 immigrati sui complessivi 15700 regolari sono titolari di attività imprenditoriali. Infatti la grande forza della migrazione nel ragusano è la varietà delle culture che la caratterizzano. A questo va aggiunta la voglia dei migranti di vivere con la propria famiglia sul territorio e non solo di mandare le rimesse in patria. Così il tasso dei reati è soprattutto il prodotto del disagio che talora sono costretti a subire sul lavoro mentre dalle nostre parti non sono stati segnalati gravi casi di razzismo.

 

Il processo di integrazione non va comunque considerato come un qualcosa di scontato. Talora richiede fatica. Il progetto è stata un’occasione per comprendere come la legislazione e soprattutto l’apparato burocratico sono incapaci di controllare un fenomeno tanto rapido e mutevole. E tutto mentre le agenzie di stampa più attente alle realtà del Terzo mondo, come MISNA o Peace Reporter, diffondono notizie che parlano di nuove migliaia e migliaia di vittime delle guerre in Somalia e Sudan. Così si diffondono previsioni secondo cui nel ragusano arriveranno nuovi disperati provenienti dai Paesi d’origine tramite le note carrette del mare, aggrappati sotto i TIR o magari tra poco anche approdando al nuovo aeroporto di Comiso. Ma tra tutte le informazioni che ad intermittenza si ascoltano in TV, forse la più interessante è quella secondo cui a fronte di tanti immigrati presenti in provincia ci sono più di 25.000 ragusani che hanno lasciato la propria terra d’origine in cerca di nuove opportunità lavorative al nord Italia o all’estero.

 

È proprio dalla consapevolezza di essere protagonisti dell’accoglienza e prossimi ospiti del mondo che i ragazzi di Modica hanno trovato la forza di un territorio veramente unico.


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