Le Madonie diventano museo cielo aperto per Land art Bando per «opere d’arte fatte di natura per la natura»

Due gli ingredienti essenziali: uno spazio verde incontaminato e un gruppo di artisti; nessun problema per il materiale, lo si trova in loco. Nota anche come “arte della terra”, la land art è una forma d’arte contemporanea caratterizzata dall’abbandono dei mezzi artistici tradizionali. Tronchi, muschio, pietre, terra: è la natura stessa ad offrire sia la tela che il pennello.

Nata a fine anni Sessanta, negli Stati Uniti, quest’estate approderà a Piano Battaglia. Nelle Madonie, il via a un percorso tematico frutto di un accordo tra l’associazione Pro Piano Battaglia e Madonie, presieduta da Lidia D’Angelo, e l’ente Parco delle Madonie. «L’idea è nata per rivitalizzare un po’ piano Battaglia – spiega a MeridioNews la presidente di Pro Piano Battaglia – il covid ha dato la botta finale al turismo di questo luogo, dove già da due anni l’impianto della seggiovia non funziona a causa di un contenzioso».

L’idea di creare un museo a cielo aperto è di Francesca Di Chiara, artista e socia dell’associazione. «Da anni siamo attivi sul territorio – continua Lidia D’Angelo – abbiamo fatto concerti, rappresentazioni teatrali, passeggiate. Quest’anno ad una nostra socia è venuta in mente l’idea di fare una cosa che rimanesse sul territorio: la land art. Esiste già sulle Dolomiti e anche in altri posti del mondo. Io mi sono un po’ preoccupata perché noi siamo una piccola associazione, facciamo pagare una quota veramente ristretta ai nostri soci e ho detto a Francesca: “ma come la organizziamo una cosa del genere?”»

L’associazione non sarà però da sola in questo progetto: coinvolte anche l’associazione Settimana delle Culture, Fondazione Sicilia e l’assessorato dei beni culturali. Anche l’ente del Parco ha accolto positivamente l’iniziativa: «Il parco ha subito accettato l’idea con grande entusiasmo – racconta D’Angelo – ci darà una mano nella logistica». Partito il progetto, di anno in anno, Piano Battaglia si popolerà d’arte. La direzione artistica è stata affidata all’artista monrealese Giuseppe La Bruna, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia fino al 2020.

L’idea degli organizzatori è pubblicare un bando annuale che consenta ad artisti locali, nazionali e internazionali di ritagliarsi nel luogo uno spazio di creatività. «Il nostro intento è coinvolgere il territorio – spiega la direttrice dell’associazione – queste opere rimarranno lì per sempre. Sono fatte solo di natura e staranno lì, finché la natura stessa non se ne riapproprierà».

Quest’estate, dati i tempi stretti e l’emergenza sanitaria, non ci sarà una call for applications per gli artisti. Si partirà con Aron Demetz. «Un grande artista – spiega La Bruna – lavora a Ortisei ma è uno scultore conosciuto un po’ in tutto il panorama internazionale». Scultore e artigiano, Demetz lavora principalmente il legno. Nelle sue mani i tronchi diventano sagome, l’impatto visivo è una perfetta simbiosi tra uomo e natura. «La scultura – conclude il direttore artistico – l’ho sempre vista come qualcosa che possa anche essere utilizzata dalla gente. Un’opera d’arte dove si può vivere: sedersi, toccare, usare».


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