Le Buche d’oro di Anas, ancora trasferimenti interni Resta al suo posto la moglie del funzionario pentito

Negli uffici di via Basilicata le giornate tranquille sono un lontano ricordo. Qui ha sede l’area compartimentale Anas di Catania da oltre un mese al centro dell’inchiesta Buche d’oro sul maxigiro di corruzione che avrebbe avuto come protagonisti imprenditori e funzionari pubblici, a braccetto nel nome della tangentopoli delle strade. Lavori fatti male, controlli eseguiti peggio ma che sulla carta certificavano opere realizzate a regola d’arte. L’indagine, che nonostante i due blitz è lontano dall’essere chiusa, ha dato il la a una riorganizzazione interna agli uffici decisa, tra l’imbarazzo generale, dai vertici della società. Il percorso, cominciato a fine settembre, sta continuando in questi giorni con ordini di servizio firmati dal responsabile per il coordinamento territoriale per la Sicilia, l‘ingegnere Valerio Mele.

L’ultimo a essere spostato «con decorrenza immediata», come accertato da MeridioNews, è Alessio Gargano. Il geometra, che al momento non risulta tra gli indagati, dal 23 ottobre non è più «capo nucleo A dell’area gestione Catania». Per lui è stato disposto il trasferimento all’ufficio che si occupa del «rilascio nulla osta tecnici». Il suo nome è finito più volte sulla bocca dei dirigenti pentiti Giuseppe Romano e Antonino Urso. Entrambi – il primo ai domiciliari, il secondo sospeso dal servizio – hanno ammesso di avere preso tangenti per anni. È Romano il primo a tirare in ballo Gargano.

Descrivendo la piramide della corruzione dentro Anas, l’ingegnere ha spiegato il ruolo, ritenuto fondamentale, dei geometri. L’ultimo anello della catena che avrebbe garantito i contatti con le aziende impegnate negli appalti. «Alle domande – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del 20 settembre – l’indagato rispondeva di non essere a conoscenza dei nomi dei geometri che partecipavano agli accordi corruttivi. Ma riferiva di essere inclini Trovato o Gargano». Trovato, dieci giorni fa, è stato arrestato e poco dopo ha ammesso di prendere mazzette.

Ma la figura di Gargano finisce tra i citati anche nella seconda puntata dell’inchiesta. Questa volta a tirarlo in ballo è Urso, il giovane geometra che ha raccontato il suo percorso criminale rafforzato da alcune promozioni: quella di Romano a responsabile unico del procedimento nei lavori straordinari e la sua a direttore dei lavori. A partire dal 2017, la coppia sarebbe stata supportata da Trovato e Gargano, entrambi direttori operativi. 

«Ricordo perfettamente una serie di episodi per i quali sono a disposizione per fornire documentazione a ulteriore riscontro», assicura Urso interrogato dal pm Fabio Regolo. Tra i lavori finiti sotto la lente d’ingrandimento, ci sono quelli per il ripristino della statale 575 di Troina, in provincia di Enna. Un appalto da quasi un milione di euro in cui per Anas ha lavorato il trio Romano, Urso, Gargano. «In questa circostanza l’imprenditore Roberto Priolo ha corrisposto 15mila euro», si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. Soldi che in questo caso sarebbero arrivati quasi a sorpresa. Urso ammette di essere rimasto stupito dalla mazzetta perché i lavori, essendo risultati a regola d’arte, non avrebbero previsto il pagamento di nessuna tangente: «Queste somme le ho divise solo con Romano – racconta Urso – perché non ho fatto in tempo a consegnare la quota spettante a Gargano». Il quale, secondo Urso, sarebbe stato «assolutamente» pronto a partecipare alla spartizione del denaro.

«Ora la querelo». Esordisce così al telefono Gargano, quando gli chiediamo una replica. Parole che vengono ripetute più volte nel corso della conversazione. Che siano giorni tesi è evidente. «È la sua parola contro la mia – dice su quanto raccontato da Urso in procura – Mi stanno tirando dentro in moltissime cose per cui io sto preparando tutto quello che devo preparare. È facile, per togliersi la pena, puntare il dito contro gli altri». Sulle accuse di Romano, invece, Gargano decide di non replicare – «non sono tenuto a darle risposte» – mentre sul trasferimento d’ufficio sembra cadere dalle nuvole: «Spostato? Perfetto, lei sa anche questo e io no, benissimo»

L’ordine di servizio per Gargano risale tuttavia a mercoledì scorso. In calce al documento, come detto, c’è la firma di Valerio Mele, l’ingegnere 47enne che è responsabile della struttura terrioriale Anas in Sicilia. In queste settimane sono tante le disposizioni simili partite da Palermo verso la sede catanese, in particolare nei confronti del centro manutenzioni, ovvero il ramo impegnato nel monitoraggio dei cantieri. 

A restare fuori dal rimescolamento al momento è l’area amministrativa. A lavorarci è anche Raffaella Santagati, la moglie dell’ingegnere Romano, il vertice del sistema corruttivo. Santagati, che non è coinvolta nell’inchiesta, per anni ha svolto il ruolo di dirigente amministrativa, occupandosi anche della pubblicazione dei bandi e degli esiti delle gare d’appalto. La donna è citata dal marito nel verbale seguito all’arresto di settembre. «Ho una moglie che lavora presso Anas», specifica Romano il 17 settembre davanti al pm e ai finanzieri. Poco prima, parlando del flusso di denaro illecito che da anni riceveva, aveva detto: «Le somme che mi venivano erogate corrispondevano, spalmate su dodici mensilità, a una somma più consistente della mia mensilità che ammonta a circa tremila euro. Se analizzate i miei estratti conto potrete notare che al di là di prelievi o operazioni straordinarie, come vacanze o acquisti particolari, vivevamo con i soldi che mi consegnavano».

MeridioNews ha provato a chiedere a Mele se in Anas si stia valutando un eventuale trasferimento di Santagati, per una possibile incompatibilità ambientale. Tuttavia, contattato al telefono, il responsabile della società per la Sicilia non ha voluto rilasciare dichiarazioni, rinviando all’ufficio stampa. Da dove fanno sapere che «Anas sta procedendo a una progressiva riorganizzazione degli uffici tecnici di Catania mettendo in atto una rotazione che riguarda non soltanto i funzionari coinvolti dalle vicende ma anche altri dipendenti. Il processo di riorganizzazione è in corso e sarà definito nell’arco di qualche settimana». In merito alla posizione di Santagati, l’ufficio stampa fa sapere che «la dottoressa non è dirigente, non si occupa di gare da circa tre anni e non ha avuto alcuna interazione con le attività del marito».


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