Le Anomalie, una rock band tra onde sonore ed echi letterari

VIAGGIO INTORNO  AL MONDO MUSICALE PALERMITANO E NON, TESORI NON SCOPERTI, ALCUNI SOLO INTRAVISTI.  CREATIVITI,  PROFONDI, PROFESSIONALI. UNA RIVOLUZIONE IN PROCINTO DI SCOPPIARE

di Aldo Penna e Barbara Morana

 

Le Anomalie mirano a  realizzare  una  convergenza  e  una  sintesi  tra  diversi  interessi  musicali,  realizzando  un  mix  di   british  rock,  esperienza  cantautoriale  italiana  e   musicale   e   dei   caratteri   dei   suoi   componenti,   ma    e?   fonte   di   ricchezza   culturale   e   di   scambio   fecondo.
Quando nascono Le Anomalie?
Sebbene tutti i componenti del gruppo provengano da lunghe esperienze musicali pregresse, Le Anomalie nascono all’inizio del 2011 a seguito della stretta amicizia e collaborazione creativa tra Roberto Crinò, il cantante del gruppo, autore dei testi e delle melodie e Davide Lopes, primo chitarrista e anima creativa delle musiche. Il primo nucleo del gruppo, il duo Crinò-Lopes “sforna” nei primi mesi del 2011 una notevole quantità di brani, come se la vena creativa fosse stata tenuta sotto pressione da tempo e avesse trovato in quel momento la stura, viene da pensare a un vulcano in quiescenza che si risveglia. Non appena ci si è accorti che il “duo” funzionava, sono stati chiamati a far parte del progetto anche altri due componenti, Marcello Salamone al basso e Ferdinando Dante alla batteria e i due sin da subito hanno dato il loro entusiastico e competente apporto musicale nell’arrangiamento dei primi brani. Così sono nate Le Anomalie, in origine un quartetto e il gruppo ha cominciato a suonare nei locali della città, ove possibile. Successivamente sono arrivati gli altri componenti attuali del gruppo, che ha visto ampliare il proprio organico con l’apporto delle tastiere di Ivan Monterosso e delle percussioni di Claudio Marzullo e anche, cosa fondamentale per un gruppo musicale, di un tecnico del suono, Cristiano Nasta, membro a tutti gli effetti del gruppo che cura tutte le nostre sonorità in studio e nei live. Ad agosto 2013 è arrivato il nuovo e attuale bassista, Agostino Tarantino che ha sostituito il precedente.


Come vi siete incontrati e da quali esperienze provenite?
A questa domanda si è risposto in parte prima, ovvero per ciò che attiene alle modalità di incontro tra i primi quattro originari fondatori del gruppo. Le esperienze musicali dalle quali proveniamo sono diverse e composite; c’è chi proviene esclusivamente da esperienze di inedito e quindi legate alla creazione ex-novo di propri brani, chi invece solo con Le Anomalie ha cominciato a “saggiare” il piacere della creazione, laddove in precedenza si era esclusivamente cimentato nella esecuzione e/o arrangiamento di cosiddette cover, ovvero di canzoni già note, prassi molto diffusa tra i musicisti che, solo così purtroppo spesso riescono a trovare spazi musicali presso i quali esibirsi. I generi di nostro riferimento anche qui sono diversi; chi si è formato ascoltanto il pop-rock, new wave di stampo britannico con tutte le sue filiazioni nei decenni successivi, chi riconosce come sua fonte d’ispirazione il progressive degli anni ’70 e poi il neo-prog degli anni ’80 e ’90 o ancora la musica elettronica, la musica etnica e popolare, il blues.


Le vostre canzoni sono influenzate da testi letterari. Come si incrocia la musica e il romanzo?
Il rimando a testi e opere letterarie nei testi delle nostre canzoni è presto spiegato per un’infinità di motivi, tanti quanti i vari strati sensibili dell’anima di ognuno di noi. Sia il cantante che il primo chitarrista hanno una corposa preparazione in tal senso in qualità di insegnanti di scuola, ma ciò da solo, come sappiamo, non basta. Non basta essere dei mostri di virtuosismo e tecnica per “sentire”. I rimandi letterari hanno a che fare con le nostre frequentazioni libresche e con l’accostamento e la riflessione di queste con il nostro quotidiano vissuto, con la realtà che ci circonda che, in un gioco di specchi riflette ed è riflessa dalle opere letterarie e artistiche, in una sintesi paradigmatica del tutto. Poiché l’arte è un unicum che fluisce attraverso l’anima per il tramite della sua interazione col mondo, che riteniamo essere parte di un moto circolare di osmosi cognitiva, non esistono, non possono esistere confini, barriere tra la musica e il romanzo. Ecco quindi che i testi delle nostre canzoni sono intrisi, “grondano” letteratura, almeno nella speranza di riuscirci bene, perché elementi che fanno parte di un insieme creativo assoluto e indivisibile.
Ascoltandovi si intravedono molte sonorità non riconducibili a un solo filone musicale. E’ una precisa scelta di contaminazione o la necessità di far coesistere sensibilità diverse dentro il gruppo?
Anche a questa domanda si è risposto in parte prima, e chiedo scusa per la tendenza involontaria di anticipare parzialmente le risposte. Si tratta comunque sia di una precisa scelta culturale che stilistica. Culturale nel senso che si rifà alla filosofia che anima il gruppo da sempre e che sottende anche alla scelta del nome. Le Anomalie, in quanto “disuguali, irregolari” è dato dall’eterogeneità della formazione musicale e dei caratteri dei suoi componenti, ma anche dalla consapevolezza che spesso diversità, “anomalia” è fonte di ricchezza culturale e di scambio fecondo. In un mondo, una società, in un mercato consumistico che ci vuole spesso tutti uguali, omologati, mediani, consumatori acritici, consideriamo essere una “sana anomalia” la diversità, la differenza che possa essere opportunità d’incontro e arricchimento per tutte le parti che da essa sono coinvolte e quindi la coesistenza anche musicale tra diverse anime che amalgamandosi bene crea la giusta armonia orchestrale. Cultura e stile che si fondono per creare un habitus, un marchio o segno distintivo.


Di recente avete suonato in Rai, volete raccontarci il progetto Onde anomale che avete lanciato?
Le Anomalie propongono, già dall’estate scorsa, oltre al repertorio elettrico standard, uno spettacolo composito di letture, il cosiddetto reading e musica. Si tratta di “Onde Anomale – Musiche e storie di uomini e mari”, ovvero un concerto-lettura avente come tema conduttore il rapporto secolare tra l’uomo e il mare, proposto attraverso l’esecuzione di nostri brani in chiave semi-acustica ed etnica alternati e collegati alla lettura di brani tratti dalla letteratura mondiale attinenti al tema in questione (Baudelaire, Hemingway, Colombo, Hikmet, Verne, Dante, Ungaretti e altri). Il 12 gennaio scorso abbiamo proposto questo spettacolo all’Auditorium della Rai di Palermo, ed è stato apprezzato molto. Onde Anomale vuole essere sintesi e ulteriore dimostrazione di quanto si diceva prima: l’assoluta unicità dell’arte, che si compone di diverse arti, discipline e strumenti per veicolare però un unico messaggio. Nel progetto Onde Anomale infatti, oltre all’incontro tra musica e letteratura abbiamo trovato anche il validissimo apporto nell’interpretazione e nelle capacità declamatorie di un attore di teatro che ha sposato il progetto e ha iniziato a collaborare con noi.


Palermo è una città “accogliente” con i musicisti o valgono anche in questo campo le enormi difficoltà che tarpano e limitano molte delle potenzialità artistiche?
Sappiamo benissimo purtroppo quanto questa città sia difficile. Palermo è una città fantastica e feroce. Fantastica perché regala scorci, suoni, profumi e atmosfere inebrianti, che possono far sognare, soprattutto il viaggiatore che passa, la conosce, ma non si ferma nel quotidiano. La stessa meraviglia, beffardamente può tramutarsi in ferocia, quando chi la città la vive da autoctono, apprezzandone tutte le fantastiche potenzialità, vorrebbe proporsi per proporre, cioè dare il proprio piccolo contributo per far muovere lo scambio culturale e invece si scontro col solito, classico “muro di gomma” fatto da indolenza, qualunquismo, pressapochismo, miseria intellettuale, cecità imprenditoriale. Non lo scopriamo noi che a Palermo non si sa osare, e bene nel nostro piccolo anche nel nostro ambiente non si osa e quindi spesso ti trovi chiuse le porte di quei pochi spazi musicali, che in città godono di un certo prestigio, perché non proponi la musica “giusta”, ovvero ti proponi con un tuo repertorio di inediti piuttosto che “accontentare” gestori e avventori con un più rassicurante repertorio di cover già stra-sentite. Si ha paura del nuovo, come sempre e a farne le spese sono tanti artisti, e noi ne conosciamo tanti tra i nostri colleghi, che meriterebbero una maggiore e migliore ribalta e che invece o scendono a compromessi, spesso pseudo-mafiosi, venendo anche sottopagati o per niente pagati, oppure, nel pieno rispetto della propria dignità, non suonano da nessuna parte, venendogli così meno quell’elemento, vitale per ogni artista, il confronto col pubblico che sarebbe foriero di crescita professionale e artistica appunto.
I vostri progetti?
Suonare. Continuare a fare, vivere, respirare musica. La nostra, ma anche quella degli altri. Promuoverci “Fuori!” come il titolo di una nostra canzone e per far questo stiamo già lavorando in tal senso alla registrazione del nostro primo cd.

Le Anomalie sono: – Roberto Crinò (voce); – Giuseppe Madonia (chitarra); – Agostino Tarantino (basso); – Ferdinando Dante (batteria); – Ivan Monterosso (tastiere); – Claudio Marzullo (percussioni); – Cristiano Nasta (tecnico del suono).

Aldo Penna

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