Un maniero antico di otto secoli e un progetto cominciato 16 anni fa. Che adesso registra un passo avanti nell’aggiudicazione dei lavori – seppure in maniera provvisoria e tra diversi inciampi burocratici – all’Ati verticale Tecno futura-Aemme srl. Si tratta dei lavori di riqualificazione del Castello Ursino di Catania: quasi 3,8 milioni di euro per rendere la residenza etnea di Federico II di Svevia un vero e moderno museo. Quattro piani e una corte interna che diventeranno, lavori permettendo, «un contenitore culturale dinamico e polifunzionale con servizi di aggregazione sociale, ampi spazi e servizi ad accesso libero, spazi espositivi e didattici specializzati, anche per lo studio». Compreso il restauro della duecentesca scala a chiocciola in pietra calcarenitica che porterà i visitatori al collegamento tra le due torri d’angolo a nord: «Un percorso panoramico con un parapetto in vetro a quota terrazza».
Le novità del progetto partono dal piano interrato, oggi adibito a deposito, che ospiterà i servizi igienici per il pubblico. Tra gli interventi generali più importanti, invece, ci sono l’impianto di climatizzazione e l’ottimizzazione di quello elettrico per risolvere due annosi problemi del castello che, finora, ne hanno penalizzato la fruibilità: la costante penombra, che poco si presta alle installazioni d’arte, e l’insopportabile tanfo di muffa. Cuore del percorso sarà il piano terra, con il salone d’ingresso «allestito come sala introduttiva del Castello», utilizzabile anche per «conferenze, mostre, eventi pubblici e privati, senza interferire con il percorso di visite». Da qui si accederà alla biglietteria e, alla fine del percorso di visita – immaginato come non obbligato, ma libero con l’aiuto di segnaletica e strumenti digitali -, al bookshop del museo civico. Oltre che alla corte a cielo aperto, con «funzione di luogo d’incontro all’aperto». Sempre al primo livello saranno ricavate due sale espositive per le collezioni Biscari e Benedettini, una collezione di statue nel vano del nuovo ascensore e la collezione Wunderkammer all’interno della torre nord-ovest.
Il secondo livello, accessibile anche dal cortile con una scala esterna, sarà per lo più destinato a sale espositive e a pinacoteca, mentre il terzo piano ospiterà gli uffici direzionali, la sala riunioni, un laboratorio di restauro e un deposito di circa 300 metri quadrati per le collezioni del museo. Ma anche sale espositive delle arti minori, tra cui uno spazio dedicato alle monete nella torre nord-ovest e uno ai tessuti nella torre nord-est. I laboratori saranno invece i protagonisti del quarto livello, «dedicati e diversificati anche per età, con funzione di laboratorio didattico (lettura, disegno, ascolto) che si avvarrà delle moderne tecnologie multimediali». Sempre all’ultimo piano si prevede di riammodernare i servizi igienici presenti e installare una caffetteria.
Interventi attesi da anni «per veicolare un messaggio di educazione attraverso l’arte come officina e racconto, in uno spazio storicizzato, esso stesso monumento e continuità di memoria». Il castello Ursino, appunto, tra i luoghi più amati dai catanesi ma meno curato dalle istituzioni. Che adesso promettono di riqualificarlo, mettendo anche fine a uno spreco con «l’esposizione delle collezioni presenti nel patrimonio comunale a partire dall’età greco-romana e fino ai nostri giorni».
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