Lavori in corso per “Filottete” di Müller… ma Gennuso apre le porte!

Lo scorso 2 Novembre presso la sede in via S. Maria del Rosario n 26 del centro sociale Auro una ristretta cerchia di “pochi eletti”, tra cui stampa, addetti ai lavori e amatori del teatro sono stati invitati a seguire un’anteprima dello spettacolo previsto inizialmente per il giorno dopo, ma poi “rallentato per necessità di cose”. Il regista sottolinea l’importanza di trasmettere il seguente messaggio: “Abbiamo provato questo spettacolo al centro sociale autogestito Auro, il cui nome più appropriato sarebbe “Porte Aperte”. È importante segnalare che non ci sono spazi a Catania e questo è uno luogo che sta nascendo per la città e dalla forza di volontà di alcuni ragazzi”.  

Dunque si è trattato di una “prova aperta”, innovazione nel panorama catanese, che risponde alla filosofia della compagnia di ritenere pubblico, addetti stampa e collaboratori tecnici (in questo caso, Stefano Rigano, Giancarlo Trimarchi e Francesco Vesco) importanti al pari degli stessi attori (Qui, Elaine Bonsangue, Luana Toscano, e Chiara Luce Fiorito) in quanto compartecipi nella realizzazione della rappresentazione.

In scena per la durata di circa due ore il grande drammaturgo tedesco Heiner Müller con il suo “Filottete”, cupa rivisitazione dell’omonima tragedia sofoclea sulla guerra di Troia. Ma trapela anche lo stile di Gennuso con inserti multimediali, citazioni e ambientazione post-moderna. Nella scrittura mülleriana del 1968 la classicità viene assoggettata all’ideologia politica a lui contemporanea. A differenza di quanto succede nell’opera greca, Ulisse e Neottolemo, figlio d’Achille, non tentano di riportare vivo Filottete – abbandonato da anni, con la sola difesa del suo arco, sull’isola di Lemno per l’insopportabile fetore della sua ferita e per le grida di dolore che demotivavano i soldati -, insieme alle sue armi che, secondo vaticinio, avrebbero permesso la sicura vittoria greca. Agli eroi negativi di Müller basta portare sulle spalle il suo cadavere, e le sue armi: la loro spinta ideale ha poco a che fare con un comandamento divino, ma piuttosto con un imperativo politico.

Un testo dunque quanto mai attuale, contro i meccanismi spesso inconfessabili che stanno dietro a tutte le guerre e le lotte per il potere.

L’intuizione di mostrare l’opera durante i lavori deriva da Müller, secondo il quale il pubblico sta dentro lo spettacolo, ne fa parte integrante, perché “a differenza di qualsiasi altro medium, il teatro ti permette di intervenire, fischiare, applaudire…” – ricorda il regista che invita tutti gli appassionati del genere e non solo ad assistere alla vera prima rappresentazione martedì 26 Dicembre prossimo presso la sede di Scenario Pub.bli.co. “Abbiamo già costruito un po’ di roba, il resto si vedrà…”.

Benedetta Motta

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