Da due settimane i lavoratori, con atto urgente del nuovo dirigente del Dipartimento Ambiente Pirillo, sono stati sospesi in via "cautelativa". Di fatto non si trova alcuna soluzione e i lavoratori continuano a non percepire indennità
Lavoratori Arta senza stipendio da 15 mesi «Assessori di nuovo assenti in Commissione»
Ennesima fumata nera per i 36 lavoratori ARTA, senza stipendio da 15 mesi. Ancora una volta si è registrata l’assenza dei tre assessori all’Economia, all’Ambiente e alle Autonomie locali, nonché i rispettivi dirigenti in IV commissione dove si è tenuta un’audizione proprio sulla delicata situazione in cui si trovano i dipendenti. O forse al momento, bisognerebbe dire ex dipendenti.
Lo scorso 9 marzo infatti, non appena insediato, il dirigente generale del Dipartimento Ambiente Maurizio Pirillo, con un atto urgente li ha sospesi in via “cautelativa”. Una misura che pare non sia prevista da nessuna forma contrattuale e quindi illegittima secondo i lavoratori e priva di alcun fondamento. Una misura che al momento sta soltanto portando ancora più incertezza sul loro futuro.
All’incontro di oggi era presente invece il vicepresidente della regione Mariella Lo Bello, che ha voluto rassicurare i lavoratori avanzando la richiesta di un tavolo tecnico al quale riunire i tre assessori e, quindi, i dirigenti. «Di tavoli ne abbiamo già avuti abbastanza, – afferma proprio il presidente della commissione Ambiente, il deputato M5s Giampiero Trizzino – adesso serve una soluzione per garantire la dignità professionale di questi lavoratori che hanno firmato un regolare contratto di dipendente e non sono ancora stati pagati». I sindacati, Uil e Cgil, presenti all’incontro, hanno dato il loro ultimatum: «Se dalla regione non dovessero arrivare le risposte dovute – affermano – avvieremo azioni legali».
I dipendenti ARTA, infatti, non hanno nemmeno la copertura Inail. Sarà lo stesso deputato Trizzino, nei prossimi giorni, a contattare il vice presidente della regione per conoscere l’esito del suo intervento di oggi.
Una storia che non trova soluzione e che affonda le sue radici nel periodo in cui alla dirigenza generale c’era Gaetano Gullo, ovvero nel febbraio del 2014. Gullo fece predisporre allora i contratti e autorizzò i 36 a prendere servizio nonostante la Ragioneria avesse spedito indietro i contratti per ben due volte.