Laura Boldrini incontra l’università Ma gli studenti restano fuori dalla sala

«Attrezziamo i ragazzi per essere competitivi nel mondo». È l’appello del presidente della Camera Laura Boldrini in visita a Catania per prendere parte al convegno Talenti del Sud per sfidare la crisi, che si è svolto ieri mattina nella sala del rettorato di Palazzo centrale per discutere di meritocrazia, crisi e opportunità per gli studenti del Sud. Molti dei giovani tra la folla che ha accolto l’ex portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, però, non hanno potuto prendere parte all’incontro e hanno dovuto seguirlo in video conferenza in una sala adiacente a quella della conferenza. La precedenza per l’ingresso è stata data infatti agli allievi della Scuola superiore di Catania, colleghi dei tre relatori dell’evento, gli ex allievi Luca Naso, Emanuele Francesco Pecora e Filippo Caruso. Circostanza che ha provocato non poche lamentele, dentro e fuori dall’aula, in piazza Università, dove un anziano cittadino ha urlato il suo sdegno per non essere riuscito a parlare con l’autorità. Come testimoniato da un video amatoriale di una delle studentesse presenti.

Testimoni dell’eccellenza di cui si fa vanto l’ateneo etneo e cervelli in fuga, anche se non amano essere definiti così. Naso, 32 anni, una laurea in Fisica conseguita all’Università di Catania e un dottorato di ricerca in Astrofisica, era già comparso tra le pagine di CTzen. Attualmente si occupa di segnaletica digitale per un’azienda di Mirabella Imbaccari, la Edisonweb. «Anche in Sicilia è possibile raggiungere livelli eccellenti, anzi vivere in Sicilia non deve essere né una limitazione né una scusa. Ed è per questo che dopo l’esperienza all’estero sono rientrato», racconta, prima di lanciare un monito ai giovani presenti nell’aula: «Ci vogliono collaborazione e tanta passione. Non smettere mai di sognare e soprattutto non cercare alibi ma modelli».

Anche Caruso è un fisico. Si occupa di quantistica e ha studiato anche in Inghilterra e in Germania. Attualmente è ricercatore presso il dipartimento di Fisica dell’Università di Firenze e coordinatore nazionale Miur-Firb: «L’esperienza all’estero è importante così come lo è la ricerca di base – dichiara – Sarebbe bello pensare all’Italia come a un luogo di passaggio per la formazione degli studenti stranieri e non solo a un Paese dal quale i talenti fuggono». Pecora, 30 anni, è figlio dell’Etna Valley, vive in California, dove lavora presso la Stanford University e la società 3Sun. Si occupa di nano strutture e di fonti di energia rinnovabile: «Che non è solo quella dei pannelli sopra i tetti delle case», scherza. «Penso che mettendo insieme le parole chiave SudUniversità di Catania e talento si possa ottenere il meglio – dice – La vita mi ha insegnato che le eccellenze sono presenti anche in Sicilia, ma quello che manca è un sistema che le supporti».

«Abbiamo il dovere di essere ottimisti, davanti a queste storie e a questi ragazzi. Loro tre sono la risposta vivente che la crisi si può affrontare», afferma Laura Boldrini dopo averli ascoltati. La soluzione per la presidente della Camera è «cambiare il modello di sviluppo finora usato e questi giovani – aggiunge – ci danno una lezione e una direzione che va verso misure concrete di valorizzazione delle idee e verso un patto di onestà tra politica e cittadinanza. Ad esempio, se un giovane sa che un concorso non è truccato, magari si presenta».

L’onorevole non ha parlato però solo di universitari e formazione. Non sono mancati gli interventi sui recenti sbarchi di migranti nel Canale di Sicilia, sui costi della politica, le misure di austerity dell’attuale governo, il femminicidio e la disoccupazione. Dei fuori tema rispetto all’argomento del convegno che non sono stati graditi da tutti: «Forse non ho capito bene la tipologia dell’incontro – commenta Pietro Milone, docente di Radiologia al dipartimento di Specialità medico-chirurgica – Ma mi aspettavo che si parlasse più di università, meno di politica o al massimo di politica universitaria. Ero anche curioso di ascoltare i pareri di studenti e docenti su sviluppo e università». Ma non c’è stato spazio per il dibattito. «Avremmo voluto rivolgere qualche domanda all’onorevole Boldrini, data l’importanza della sua carica, ma in video-conferenza mi sembra chiaro che ciò non è possibile», commenta una studentessa. Tra quelle costrette a seguire l’incontro dall’aula accanto a quella dove si trovava la presidente. «L’appuntamento si è trasformato in un’intervista della moderatrice (Elvira Terranovandr). È un peccato, sarebbe potuta essere una bella opportunità di dialogo e di confronto e invece abbiamo assistito quasi ad un monologo», le fa eco una collega.

Ad essere soddisfatti, invece, sono i membri del Coordinamento unico d’ateneo che, dopo la conferenza, hanno consegnato alla presidente della Camera un documento sugli investimenti nelle ricerca e nella formazione, il diritto allo studio e alla tassazione, i problemi legati a precariato, carriera e retribuzione, dottorati di ricerca e blocco degli scatti stipendiali. «La Boldrini è stata sensibile alla lettera aperta che le abbiamo consegnato e ci ha detto che, nei limiti che il suo ruolo istituzionale le impone, porterà le nostre istanze presso il ministro dell’Istruzione Carrozza», racconta Alessandro Pluchino, del dipartimento di Fisica e astronomia.


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Una grande folla ha accolto la presidente della Camera in visita a Catania per partecipare al convegno Talenti del Sud per sfidare la crisi. L’incontro si è tenuto al Rettorato alla presenza di autorità, docenti universitari, allievi ed ex allievi della Scuola Superiore etnea, ma pochi studenti. Costretti a seguire l’incontro in video-conferenza in un'altra aula del palazzo. «Ci aspettavamo un dibattito e invece abbiamo assistito quasi ad un monologo», commentano delusi. Mentre in piazza non mancano le contestazioni

Una grande folla ha accolto la presidente della Camera in visita a Catania per partecipare al convegno Talenti del Sud per sfidare la crisi. L’incontro si è tenuto al Rettorato alla presenza di autorità, docenti universitari, allievi ed ex allievi della Scuola Superiore etnea, ma pochi studenti. Costretti a seguire l’incontro in video-conferenza in un'altra aula del palazzo. «Ci aspettavamo un dibattito e invece abbiamo assistito quasi ad un monologo», commentano delusi. Mentre in piazza non mancano le contestazioni

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