L'Assemblea regionale ha approvato le norme che sbloccano, tra le altre, cose i soldi per i dipendenti delle ex Province, per gli studenti disabili e per le scuole materne cattoliche. Ma tra le righe c'è anche un articolo che rende onerose le cariche dell'organo di controllo delle comunicazioni
L’Ars dà via libera alle variazioni di bilancio Norma reintroduce le indennità del Corecom
La pace nella maggioranza ha portato i suoi frutti. Dopo mesi di tensioni e la lunga pausa estiva, con 42 voti favorevoli, 10 contrari e 13 astenuti, l’Ars ha approvato il ddl di variazione di bilancio, che sblocca – tra le altre cose – nove milioni di euro destinati alle ex Province, due milioni di euro per l’assistenza scolastica agli studenti diversamente abili, quasi due milioni e mezzo alle scuole materne cattoliche e il mutuo da 19 milioni di euro per salvare le Terme di Sciacca e Acireale.
In mattinata la commissione Bilancio aveva rimandato all’aula il rendiconto della Regione per il 2016: letteralmente una montagna di debiti fuori bilancio, per circa 30 milioni di euro, già pagati dal tesoriere della Regione ma che in base alle nuove disposizioni nazionali in materia di contabilità devono essere annotati nel bilancio della Regione. Si tratta di debiti risalenti a vent’anni fa e contratti fino al 2000, già pagati dalla tesoreria della Regione nel corso del tempo a seguito di ordinanze e atti esecutivi. In base alla norma nazionale, queste partite ora vanno comunque contabilizzate; essendo la prima applicazione, la commissione Bilancio ha ritenuto di non esprimersi e di rinviare la discussione direttamente in aula.
Insomma, mentre le nuove grane sono già pronte per il loro ingresso a sala d’Ercole, ecco spuntare tra i rivoli delle variazioni di bilancio appena approvate, la reintroduzione – retroattiva – delle indennità per il presidente, Ciro Di Vuolo, e per i quattro componenti (Salvatore Librizzi, Salvatore Li Castri, Monica Angela Piccione e Vincenzo Tanania) del Corecom Sicilia (l’organo di governo, garanzia e controllo sul sistema delle comunicazioni in ambito regionale). I cinque non percepiscono l’indennità (mille euro netti per i consiglieri, il doppio per il presidente) dallo scorso 1 gennaio, da quando cioè è entrata in vigore in Sicilia una norma che recepisce un provvedimento nazionale, che azzera le indennità per gli enti partecipati o controllati dalle amministrazioni regionali.
«L’errore sta proprio lì – precisa a Meridionews Ciro Di Vuolo – nell’avere inserito il Corecom nel calderone degli enti partecipati o vigilati dalla Regione, quando il nostro è un organismo che dipende direttamente dall’Agcom. La stessa presidenza, avendo capito l’errore, ha provveduto a presentare una norma da inserire nelle variazioni per rimediare all’imprecisione». Per percepire l’indennità, basterà che il consiglio del Corecom si riunisca una volta al mese («in media – dichiara Di Vuolo – ci riuniamo due volte»), mentre per quanto riguarda le somme non versate negli ultimi nove mesi, saranno adesso addebitate ai componenti del consiglio.
«Si tratta di un rimborso – conclude Di Vuolo – i soldi che prendiamo sono sacrosanti, non dobbiamo giustificarli davanti a nessuno. Chi lavora seriamente ha tutto il diritto di guadagnare alla fine del mese». Non è dello stesso avviso il leader dei Cinque Stelle siciliani, Giancarlo Cancelleri, secondo cui «si tratta di una situazione che non riguarda soltanto il Corecom. Se c’è una norma nazionale che dice che la partecipazione ad alcuni enti è da intendersi gratuita e se la Corte dei Conti ha detto chiaramente alla Regione di recuperare le somme illegittimamente versate, allora non capisco di cosa stiamo ancora parlando. È proprio un modo sgradevole di utilizzare lo statuto siciliano, che dà il fianco a chi dice che la carta siciliana va abolita, mentre noi pensiamo che basterebbe utilizzarlo con buonsenso».