«Punta bianca, uno dei tratti più suggestivi della costa agrigentina, dilaniato da esercitazioni a fuoco da quando è stato destinato alla funzione di isola addestrativa di secondo livello per i reparti delle Forze Armate».
A distanza di oltre un anno dalla prima interrogazione depositata all’Ars, a firma del deputato del Movimento 5 Stelle, Matteo Mangiacavallo, e per la quale non è mai arrivata alcuna risposta dal Governo, il parlamentare torna all’attacco con una nuova interrogazione: «Da allora, diversi incontri sono intercorsi tra le parti interessate, e sia l’ex assessore regionale all’Ambiente che lo stesso ministero della Difesa e, quindi, le Forze armate, hanno mostrato disponibilità a lasciare l’area alla sua vocazione naturale, quella turistica appunto».
«Si attende, dunque, soltanto l’assegnazione di una nuova area – afferma Mangiacavallo – il nostro atto, infatti, intende sollecitare ulteriormente un Governo regionale che continua a registrare perdite di tempo e lentezze ingiustificate».
Il tratto resta interdetto a bagnanti e natanti, e le forti vibrazioni generate all’interno dell’area hanno provocato numerose frane.
«Scandaloso – continua Mangiacavallo – che un luogo dichiarato di notevole interesse pubblico già nel 2001 dall’assessorato ai Beni culturali ed ambientali, e in cui insistono calanche gessose di rara bellezza estetica e di notevole rilevanza ambientale, difficilmente rinvenibili in altre zone del mar Mediterraneo, venga in tal modo martoriato».
«Ad oggi – conclude – risulta estremamente difficile recuperare i resti dell’attività militare svolta e non viene posta in essere alcuna operazione di bonifica del materiale abbandonato dopo le operazioni militari, inoltre mancano del tutto strutture logistiche poste a salvaguardia della sicurezza della popolazione; mentre il valore del parametro piombo fornito dall’Arpa risulta essere al limite massimo della tabella».
Sui fatti di Punta Bianca interviene anche il parlamentare agrigentino di Sala d’Ercole del Nuovo centrodestra democratico, Nino Bosco.
«Crocetta – dice Bosco – esca dal suo bunker e liberi l’aria Drasy-Punta Bianca dalle esercitazioni militari. Anche la ‘forestiera’ cantante Gianna Nannini ha voluto valorizzare la bellezza di questo meraviglioso sito naturale, scegliendolo come location per il suo ultimo disco. Solo il nostro presidente di Regione resta arroccato nella sua miopia».
Perché il presidente Crocetta non individua una congrua soluzione alternativa per permettere comunque alle nostre forze armate di proseguire le loro operazioni?, si chiede sempre il parlamentare. Che aggiunge: «Eppure il Ministero della Difesa e l’Esercito hanno già dato la loro disponibilità a trasferire le esercitazioni in un appropriato sito alternativo. Invece di restare arroccato nel suo bunker, perché, presidente Crocetta, non si impegna a trasformare l´area Drasy-Punta Bianca in una riserva naturale? Perché, presidente Crocetta? Lo spieghi anche a noi comuni mortali».
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