L’Anci Sicilia contro il Governo Renzi: “Bloccare le trivellazioni impugnando il decreto sblocca Italia”

IERI A LICATA, A BORDO DELLA RAINBOW WARRIOR DI GREENPEACE E’ STATO COSTITUITO IL COORDINAMENTO DEI COMUNI SICILIANI CONTRO LE TRIVELLAZIONI. LA DICHIARAZIONE DI PAOLO AMENTA, VICE PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI ITALIANI DELLA NOSTRA ISOLA. CHE CHIEDE ALLA REGIONE DI SCHIERARSI AL FIANCO DEI COMUNI 

“Siamo noi, rappresentanti scelti dai cittadini, che dobbiamo decidere quale visione per il futuro vogliamo dare ai nostri territori. E oggi diciamo forte e chiaro che non è quella del petrolio, ma di uno sviluppo sostenibile basato sulla tutela delle nostre risorse tipiche e del mare. Per questo i Comuni siciliani sono qui a fare fronte comune ed è doveroso da parte nostra coordinare questo sforzo. Il primo passo è una proposta di delibera comunale per chiedere al governatore della Regione siciliana di impugnare l’articolo 38 del decreto Sblocca Italia in quanto incostituzionale e che faremo circolare tra tutti i Comuni perché la adottino, così come proposto dal Comune di Menfi”.

Queste le parole che il Vice Presidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni, ha pronunziato ieri a Licata, in rappresentanza dell’associazione dei Comuni siciliani, a bordo della Rainbow Warrior, la nave di Greenpeace, tornata in questi giorni in Sicilia per denunciare, assieme all’Anci, ai Comuni e alle Associazioni del Turismo e della Pesca, lo scempio delle trivellazioni petrolifere in mare.

A bordo della nave ecologista, con il patrocinio di Anci Sicilia, nella giornata di ieri è nato il Coordinamento delle Amministrazioni siciliane, 8 quelle presenti mentre altri 12 Comuni costieri hanno dato la propria adesione, per fermare le trivellazioni nel Canale di Sicilia, ad iniziare dal progetto “Off-shore Ibleo” di Eni, che prevede due perforazioni “esplorative” (Centauro 1 e Gemini 1) e sei pozzi di produzione commerciale (Argo 2 e Cassiopea 1-5), nelle acque del mare di Licata, lungo la costa che dal Ragusano va verso Gela, che ha ricevuto il parere favorevole da parte del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare.

Un progetto che – assieme agli altri 13 progetti in fase di approvazione nel Canale di Sicilia e al decreto “Sblocca Italia” del governo nazionale, che apre alle trivellazioni – mette a rischio le risorse e le ricchezze del mare oltre che l’economia turistica dei Comuni costieri siciliani, e il modello di sviluppo ecosostenibile su cui i territori stanno lavorando per il proprio futuro.

“Bisogna che una volta per tutte la politica nazionale e quella regionale – ha detto il Vice Presidente di Anci Sicilia, Amenta – ci dica cosa immagina di fare della Sicilia. Se trasformarla in una piattaforma industriale con le trivellazioni petrolifere, come prevede il decreto Sblocca Italia; in una piattaforma militare americana con il Muos, come sta lasciando fare la Regione; o se si vuole invece seguire la strada delle valorizzazioni delle risorse dell’Isola, che al contrario parlano di sostenibilità, di storia, di cultura, paesaggi, archeologia, di agroalimentare, di energia pulita, di dieta mediterranea come stile di vita, di turismo e di pesca”.

“Ecco – ha aggiunto Amenta – noi crediamo, e su questo stiamo lavorando. Perché la Sicilia non può essere nuovamente, come lo è stata per tanti anni, ‘occupata’ dalle decisioni di altri che non hanno interesse per la sua crescita, ma deve decidere del proprio futuro diventando una piattaforma di sviluppo e di riferimento nel Mediterraneo, dove i giovani non siano più costretti a fuggire e dove la qualità della vita diventi modello da esportare. E vista l’assenza della politica nazionale e regionale nel tracciare e nel dare indicazioni in tal senso, apriamo il dibattito nei Consigli comunali e deliberiamo noi stessi, dal basso, le indicazioni di sviluppo per i nostri territori che portino la Sicilia sulla strada della crescita”.

Insomma, i Comuni si sostituiscono a una Regione purtroppo governata da ‘ascari’, che si fa derubare dal Governo nazionale le proprie risorse. E che si ‘inginocchia’ al cospetto del Governo Renzi.

“Per questo, con in testa Anci Sicilia – si legge nel comunicato della stessa Anci dell’Isola – è stato presentato un ricorso al Tar del Lazio (Rg 11490/14) per fermare ‘Off-shore Ibleo’, sottoscritto da Associazioni ambientaliste, Associazioni di categoria e dai Comuni (AnciSicilia, Greenpeace, Wwf, Legambiente, Lipu, Tci, Italia Nostra, Legacoop, Comune di Ragusa, Comune di Licata, Comune di Palma di Montechiaro, Comune di Scicli, Comune di Santa Croce Camerina)”.

Adesso, il Coordinamento delle Amministrazioni contro le trivellazioni nato ieri sulla Raibow Warrior, chiede al Presidente della Regione siciliana di scendere in campo a fianco delle Amministrazioni comunali dell’Isola per salvaguardare il territorio, il mare, le sue risorse, ad iniziare dal turismo e della pesca, e impugni l’art. 38 del decreto ‘Sblocca Italia’, per lasciare ai territorio la scelta del proprio futuro.

Questa richiesta sarà supportata dalle Delibere di adesione alla quale AnciSicilia chiamerà tutti i Comuni siciliani entro il mese di Ottobre.

Il Coordinamento si riunirà poi il prossimo 3 Novembre a Noto dove, come si ricorderà, era stato già avviato un progetto di trivellazioni bloccato dalle proteste collettive di Comuni, Associazioni, Imprese del turismo e della pesca e dai Cittadini.

Intanto, la Rainbow Warrior di Greenpeace sarà venerdì prossimo 17 Ottobre a Siracusa (per resterà anche il 18 e 19 per le visite) dove si ritornerà a discutere del problema trivellazioni a mare nel corso di un incontro previsto con tutta la deputazione nazionale e regionale, presenti anche i rappresentanti del Coordinamento costituitosi ieri a Licata.

Alcuni militanti del Megafono hanno aderito all’iniziativa e domani lanceranno la proposta di adesione all’assemblea di Taormina.

 

 


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