Lampedusa, la Gdf scorta in porto barca con 57 migranti Procura invia medici su Open Arms e polizia al Viminale

«Giorno 17. Miserabile. Miserabile è chi utilizza 107 esseri umani “senza nome” e una manciata di volontari come ostaggi per fare propaganda xenofoba e razzista. Complici, tutti quelli che lo permettono e si prendono gioco del loro dolore». Con un tweet e un video inizia la giornata a bordo di Open Arms, la nave della ong spagnola ferma a largo di Lampedusa in attesa che la prefettura di Agrigento dia il via libera allo sbarco. Nel video si vedono un migrante che si lava i denti affacciato dal ponte della nave, gli altri ammassati a terra sotto le coperte.

Attorno alla vicenda Open Arms e a Lampedusa intanto la politica continua a litigare. E non solo. Nella notte è arrivata una barca con a bordo altri 57 migranti. Stavolta nessuna ong a soccorrerli. Ci ha pensato una motovedetta della Guardia di finanza che li ha intercettati nelle acque antistanti all’isolotto di Lampione. Il gruppo è stato trasbordato sulle unità di soccorso delle Fiamme gialle e della Guardia costiera ed è stato portato al molo Favarolo di Lampedusa. Come sempre in caso dei barchini che continuano a viaggiare tra le sponde del nordafrica e l’isola, nessuno stop e nessuna infinita querelle politica. 

Fra i migranti sbarcati – tutti dovrebbero essere tunisini – ci sono anche due donne, una delle quali incinta, e un ragazzo che stava male e che è stato subito caricato su una barella e portato al Poliambulatorio. Sarebbe stato colto da una sorta di crisi isterica, ma dopo qualche ora ha lasciato la struttura sanitaria per essere trasferito, come gli altri, all’hotspot di contrada Imbriacola.

Tornando alla Open Arms, va avanti l’indagine della Procura di Agrigento che da un lato ha aperto un fascicolo, come atto dovuto, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e dall’altro indaga sulle responsabilità dello stallo. La ong spagnola ha infatti presentato un esposto contro anonimi ipotizzando i reati di sequestro di persona, abuso d’ufficio e violenza privata. Ieri personale del Servizio centrale operativo della polizia di Stato è andato al ministero dell’Interno per acquisire documenti su delega dei magiastrati agrigentini. 

E sempre inviati dalla Procura, ieri due medici della sanità marittima insieme a personale della squadra mobile di Agrigento sono saliti a bordo della Open Arms per un’ispezione sanitaria. Due giorni fa, infatti, si erano opposte versioni discordanti sulla salute dei 13 migranti fatti scendere a causa delle condizioni di salute. Da una parte i medici del Cisom (operante a fianco della Guardia costiera) che, in una relazione firmata a Ferragosto, hanno denunciato una serie di casi gravi e in generale «condizioni di salute mentale precarie, lo stato d’animo a bordo – scrivono – è di profondo sconforto. Non ci sono docce o lavabi, non c’è possibilità di provvedere all’igiene personale e degli indumenti, né di lavarsi se non con acqua di mare». Dall’altra i medici di soccorso a Lampedusa, guidati dal responsabile del poliambulatorio Francesco Cascio, hanno affermato che tra i 13 sbarcati solo uno avesse un’otite mentre gli altri stessero bene.


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