Le fiamme sono partite due ore fa. Sul posto c'è anche il primo cittadino Totò Martello. Da mesi nell'isola si fa i conti coi ritardi nei pagamenti degli stipendi ai netturbini, legati a loro volte con la lentezza con cui le imprese ricevono i soldi da Comune e Regione
Lampedusa, incendio dentro il centro di raccolta dei rifiuti Area da mesi è sotto sequestro. Sindaco: «Probabile dolo»
Fumo nero e fiamme alte, da circa due ore, a Lampedusa. Ad andare a fuoco è stato il centro comunale di raccolta di contrada Imbriacola. Il rogo è iniziato a metà mattinata, sul posto i vigili del fuoco e anche il sindaco Totò Martello. «Quando accadono queste cose, difficile pensare alla casualità. Molto probabile che sia doloso, ma questo è lavoro delle forze dell’ordine», dichiara il primo cittadino a MeridioNews. L’area in cui sono partite le fiamme rientra tra quelle poste sotto sequestro, a dicembre, su disposizione della procura di Agrigento, per via della gestione non corretta del sito.
Sull’isola a occuparsi della raccolta sono sei società che si sono aggiudicate la gara presentandosi come raggruppamento temporaneo d’imprese. La capogruppo è l’Iseda srl. Da tempo la gestione dei rifiuti nell’isola delle Pelagie è contrassegnata dai ritardi nel pagamento degli stipendi dei netturbini; ritardi che le imprese giustificano a loro volta con le tempistiche lente con cui il Comune trasferisce i soldi del servizio. Coinvolta anche la Regione che, data la necessità di trasferire via nave i rifiuti da portare in discarica, compartecipa ai costi.
«Tutto il sistema non funziona e noi lo diciamo da tantissimo tempo – commenta Giacomo Sferlazzo, del collettivo Askavusa -. Non è il primo incendio che si registra nel centro di raccolta. Già anni fa almeno in altre due occasioni i roghi sono stati appiccati. Stabilire da chi non è semplice, ma è certo che siamo sempre più convinti che il servizio andrebbe municipalizzato».