Laboratorio d’Atelier

Il concetto di comunicazione nella società attuale si è modificato rispetto al passato. Oggi è fondamentale nel comunicare l‘immediatezza. Ciò ha accresciuto l’importanza dell’immagine in senso lato, sia come elemento descrittivo sia come mezzo scelto scientemente per attrarre l’attenzione.

 

Il corso di “Atelier: grafica e comunicazione” mira a fornire le basi tecniche e teoriche per imparare a creare e trattare immagini (sia semplici foto, sia composizioni più complesse) ed acquisire una abilità trasversale da potere utilizzare nel contesto in cui si andrà a lavorare. Per conoscere la programmazione del corso ed i suoi contenuti abbiamo intervistato il dott. Elio Cumitini che ha presieduto il laboratorio con la stretta collaborazione del dott. Francesco Ruggeri.

 

In base a che cosa sono stati scelti i partecipanti di questo laboratorio?

“Chiediamo a tutti i partecipanti di individuare tre immagini, per loro significative e il perché. Il metodo, molto empirico, ci sembra corretto perché spinge il candidato a cercare delle immagini che lo rappresentano e che in qualche modo parlano di lui. Poi certo ci sono quelli che scelgono le immagini che secondo loro possono piacere a noi, o che comunque funzionano sempre e via via fino ad arrivare alle immagini che sono state scelte a caso in fretta e furia, con altrettante motivazioni al volo”.

 

Qual è il peso specifico di tale metodo?

“Abbiamo fiducia nel metodo perché ci sembra un sistema per cominciare a conoscerci e a comunicare secondo una propria istintività. Certo ci piacerebbe anche conoscere l’amico/a conoscente che opera la selezione, che poi propone al candidato”.

 

Quale è stato l’obiettivo del laboratorio?

“Far immaginare una forma di comunicazione, spingere a scegliere una immagine di cui si è artefici e che in qualche modo ci rappresenti. A molti studenti capiterà di lavorare in futuro per una grande azienda, di dover preparare un report e domandarsi cosa mettere in copertina; di dover partecipare a miniriunioni per preparare un brief di una campagna pubblicitaria o di dover esprimere un giudizio su lay-out e bozzetti presentati in azienda: vogliamo aiutare a capire cosa ci si aspetta da un progetto di comunicazione, in quel momento e con quei presupposti”.

 

Come si è caratterizzato il corso?

“Il corso, sebbene con un numero decisamente esiguo di ore, si sviluppa in due livelli: con me si affronta il tema della progettazione, con il dott. Ruggeri, dopo una rapida planata sulle nozioni tecniche, con le fotocamere digitali si lavora per realizzare concretamente una foto. A sua volta la progettazione si sdoppia in due fasi: analisi di ragionamento che sfoci in un progetto comunicativo; ogni partecipante individua un logo aziendale per il quale immagina stia lavorando ed ha l’incarico di preparare, appunto, la copertina del report annuale. Quindi ognuno sceglie fra i vari settori proposti (Telefonia, Viaggi, Abbigliamento sportivo, Istituzioni, Editoria… che in loghi, nomi ed immagini di riferimento vogliono dire Tim, Vodafone, Alitalia, Nike, Adidas, Ministero dell’Ambiente, Vanity Fair…) e con questo si inizia”.

 

Perché seguire questo corso?

“In sostanza ci si abitua a dialogare e corteggiare il foglio bianco su cui produrre l’immagine progettata. Perché seguirci? Per la voglia di provare a progettare e di realizzare utilizzando un argomento nel quale si crede”.

 

Gabriella Chiavetta

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