La voce di chi ha lottato per l’uguaglianza dei diritti

Tra i miei ritagli di giornali spagnoli, ho ritrovato questa intervista a  Iñigo La marca, quarantacinquenne gay che ricopre importanti cariche istituzionali nel Paìs Basco. La lotta per la parità tra etero e gay è stata anche la sua. L’intervista risale al 24 ottobre 2004, pochissimi giorni dopo l’approvazione del disegno di legge che oggi, completato l’iter parlamentare, è stato convertito in legge.
Il pezzo è troppo lungo, ne ho selezionato gli stralci più interessanti. La traduzione è mia. (S.L.)

Iñigo La marca, un combattente per l’uguaglianza

da El Paìs Semanal, 24 ottobre 2004

(…) Iñigo La marca ha fondato nel 1997 il Collettivo basco di gay e lesbiche “Gehitu”. (…).
Per molti anni la sua vita non è stata rose e fiori: ha dovuto accettarsi  come omosessuale e imparare a vivere come tale in una sociètà ancora molto repressiva. Questo, dice, ha rafforzato il suo carattere, e oggi non ha paura di niente. (…)

Qualche giorno fa mi diceva che si sarebbe sposato appena avrebbe potuto. Presto potrà farlo.
È lo farò il 21 di maggio, se tutte le procedure legislative lo permetteranno. (…)

Credo che il PNV ha cambiato idea al ritmo con cui l’ha fatto la società. Coloro che governano la Chiesa (…) hanno portato aventi una contro-riforma su tutti i temi, e anche in questo. (…)

E con il suo compagno, ha celebrato la parità di diritti di gay e lesbiche?
Si, il venerdì in cui si è approvato il progetto di legge lo celebrammo alla grande. (…)  Però dovremo continuare a lottare, perché procedimento parlamentare sarà lungo e la gerarchia della chiesa ha avvertito che si mobiliterà. (…)
Hanno usato elementi peregrini, come quello che siamo moneta falsa, che svalutiamo il matrimonio. Io ho frequentato una scuola laica, però conosco gay e lesbiche che sono andati in scuole di preti e monache… e mi hanno raccontato. (…)

Quando iniziò a sentirsi “comodo”, felice, a vivere la sua sessualità?
A 20 anni. L’adolescenza fu molto dura (…). Ho saputo di essere gay a 10 anni, quando mi resi conto che le mie pulsioni sessuali si dirigevano ai ragazzi. Ho avuto una paura enorme. (…)  Sapevo solo che la cosa peggiore che potesse capitarti, era proprio di essere omosessuale. Un parente arrivò a dirmi che è anche peggio di essere un assassino, perché chi uccide può redimersi, ma chi è gay si porta il suo peso  tutta la vita. (…)
Che feci? Mi creai un mondo platonico, in cui avevo una vita parallela. (…) Ero solo, cercavo libri. (…) Grazie a una rivista conobbi gente come me (…). Avevo una necessità terribile di parlare.

Da allora non è passato molto tempo, però si molte cose in questo paese. Pensare che la Spagna è uno dei 3 paesi europei dove si ammette la uguaglianza degli omosessuali con gli etero dà un idea di modernità incredibile. (…) La società avanza e il movimento gay dice che la legge sulle coppie di fatto non basta più. E il partito socialista se ne fa carico.
(…)

Ha detto che vuole sposarsi a maggio. Che è contento di poterlo fare. Però uno come lei si sposa perché realmente lo desidera più di ogni altra cosa al mondo o perché il fatto che prima fosse proibito lo tenta? (…)
Buona domanda. E la risposta è che sinceramente non lo so. Quello che posso dire e che siamo felicissimi di sposarci.

Si ma perché?
(…) e’ difficile sapere la ragione ultima. Ma non è un caso che tutti quelli che hanno lottato in prima linea hanno annunciato di volersi sposare subito. (…)

Anni fa uni degli obiettivi dei progressisti era di vivere in coppia senza doversi sposare. Allora gli omosessuali erano visti come progressisti, che combattevano un ordine stabilito. Adesso qualcuno li rimprovera che, in molti casi, la ribellione riguardava i problemi interni al “gruppo”, non a quelli che riguardano tutta la società. Risulta che si vogliono sposare. E’ un loro diritto… però sorprende.
(…) Lottare per una società in cui tutti abbiano la stessa voce e lo stesso valore è progressista. Perché giudicarci come un gruppo uniforme? Molti progressisti etero con una vita confortevole hanno caricato sugli omosessuali i cambi sociali che loro non hanno voluto fare.

Quando dice di non aver paura, a cosa si riferisce?
Non ho paura di lanciarmi a difesa delle idee minoritarie, di far fronte a quello che credo ingiusto. La sofferenza può distruggere o no, però a me non mi ha distrutto. Ho saputo vivere con i problemi che supponevano l’essere omosessuale.
Conosco persone che vivono con uno squilibrio psicologico tremendo e che non hanno mai saputo superare quello che hanno passato nell’ adolescenza. Io sono stato più fortunato: dopo aver sofferto mi sono reso conto che avevo molti compagni come me. E ora niente e nessuno mi mette paura.

Redazione Step1

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