Più di 180 fotografie in bianco e nero per la prima retrospettiva assoluta del fotografo bagherese, la mostra delle mostre aprirà al pubblico giovedì 21 febbraio alla Gam di Palermo. Organizzata da Civita e curata da Denis Curti, Paola Bergna e Alberto Bianda, la rassegna attraversa l’intera carriera di Scianna in un percorso narrativo che sfrutta al meglio lo spazio, catturando lo sguardo del visitatore ed immergendolo in un viaggio nel tempo.
Viaggi, luoghi, epoche e volti si alternano a frasi e aneddoti che lo stesso Scianna scrive a descrizione dei suoi scatti. «In ciascuna delle occasioni in cui sono nate queste fotografie io c’ero – sottolinea il fotografo bagherese – quello che ho tentato di fare è estrarre da questa esperienza di vita momenti di significato; morale, politico, culturale, estetico. Come reporter il mio maestro per eccellenza è Henri Cartier-Bresson. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, non sono mai uscito di casa dicendo “oggi fotografo un paesaggio”, era il paesaggio che mentre io stavo facendo magari tutt’altra cosa mi diceva “ma guardami, fammi una fotografia!”».
Il percorso espositivo parte da un grande pannello a forma di S, al suo interno gli scatti di uno Scianna diciassettenne: Bagheria, Aspra, ritratti di amici e familiari, il cantastorie del paese, la vampa di San Giuseppe, i primi amori. Tutt’intorno squarci di Sicilia e feste religiose. “Ma cos’è una festa religiosa in Sicilia?” Tra le fotografie, alcuni versi di Leonardo Sciascia, insieme al quale il fotografo bagherese ha pubblicato Feste religiose vincendo a soli 21 anni il premio Nadar. «Leonardo Sciascia è il mio angelo paterno – spiega Scianna – il mio lutto per la sua assenza non verrà mai medicato».
Villalba, Roccamena, Polizzi Generosa. Un gruppo di ragazzi gioca a carte a Castelvetrano, è il 1968. «Ho cominciato a fotografare perché la Sicilia era là – commenta Scianna – per cercare di capire che cosa significa essere siciliano. Interrogazione ossessiva che continua, forse ancora più ossessivamente, quando dalla Sicilia si va via. Si cerca di dimenticarla la Sicilia, buttandosi ad interrogare ed esplorare il mondo per poi scoprire che lo sguardo che posiamo sul mondo è inequivocabilmente quello dei tuoi occhi da siciliano».
Poi ancora luoghi e viaggi: l’America, Parigi, Kami, Valencia, Lourdes. Sguardi, volti e, inevitabilmente, emozioni, sospese nel tempo. «Io sono nato nel secolo scorso quando ancora la fotografia faceva da ponte tra noi e la realtà – racconta Scianna – Adesso ce n’è talmente tanta che è diventata un muro. La fotografia serve sempre meno a raccontare la vita e il mondo; la si è messa nei musei e i fotografi sono diventati artisti». In mostra paesaggi, ossessioni, specchi, animali. Non mancano i ritratti dei suoi grandi amici, maestri del mondo dell’arte e della cultura come: Leonardo Sciascia, Henri Cartier-Bresson, Jorge Louis Borges, Roland Barthes, Milan Kundera e Monica Bellucci.
Reporter in Magnum Photos, collaboratore per testate giornalistiche e quotidiani, come l’Europeo a Milano e Le monde a Parigi, nel corso della sua lunga carriera, Ferdinando Scianna ha vestito i panni anche del fotografo di moda. Celebre la sua collaborazione con Dolce e Gabbana e i ritratti di Marpessa. «Non riesco a ricostruire con esattezza l’impressione che Marpessa mi fece al primo impatto – racconta – Mi parve alta, piccolo come sono. Mi colpì il suo sguardo verde, splendente ma inquieto, imbarazzato, leggermente sulla difensiva». Insieme alla modella, Scianna darà vita ad una delle collaborazioni meglio riuscite della fotografia di moda, inserendo Marpessa nel contesto siciliano, in una armoniosa miscela di moda e fotoreportage. «Ferdinando Scianna come tutti i fotografi ha il compito di vedere l’invisibile – conclude il sindaco Leoluca Orlando – ma ha la caratteristica di essere un fotografo invisibile». Viaggio, racconto, memoria sarà visitabile dal martedì alla domenica (ore 9.30-18.30) fino al 28 luglio 2019.
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