Resta in carcere Loredana Ciancitto, la 38enne di Paternò, fermata nella serata di venerdì scorso dai carabinieri su disposizione del sostituta procuratrice Valentina Botti. La donna è accusata dell’omicidio preterintenzionale del padre, Giuseppe Ciancitto, 78 anni, postino in pensione. A confermare l’arresto il giudice per le indagini preliminari di Catania, Luigi Barone, dinnanzi al quale, nella prima mattinata di oggi, si è svolta l’udienza di convalida. La donna era assistita dall’avvocato Massimo Corsaro: «Il giudice ha convalidato l’arresto lasciando in carcere la mia assistita – spiega a MeridioNews il difensore dell’indagata – il tutto in attesa dell’esito dell’esame autoptico».
Loredana Ciancitto ha risposto alle domande del giudice e anche a quelle del suo legale: «Ha dato la massima collaborazione, ricostruendo ciò che sarebbe successo venerdì pomeriggio – conclude l’avvocato – Altro non possiamo aggiungere». L’udienza è durata poco meno di un ora. Secondo l’accusa, durante la lite col padre, ci sarebbe stato un contatto col genitore e quest’ultimo cadendo avrebbe sbattuto violentemente la testa dentro il bagno. Tuttavia non è da escludere che la vittima sarebbe inciampata perdendo l’equilibrio. L’ispezione esterna del cadavere, eseguita nell’immediatezza del fatto, dal medico legale Giuseppe Ragazzi, non avrebbe evidenziato lesioni esterne evidenti e neppure la frattura del cranio come si era appreso in un primo momento.
L’uomo, durante la lite sarebbe stato colpito da un infarto al miocardio. Ma sarà tuttavia l’autopsia – con l’incarico che verrà assegnato martedì – a chiarire tutti i dubbi sulla vicenda; pertanto l’ipotesi maggiormente accreditata sarebbe quella che l’uomo sia morto durante la lite con la figlia per un attacco di cuore. Inutili si sono rilevati i tentativi di rianimarlo da parte dei medici del 118 intervenuti in casa Ciancitto.
Da una ricostruzione dei fatti eseguita dai carabinieri tra padre e figlia sarebbe scoppiato un vivace battibecco legato a dissidi interni al nucleo familiare: la sorella della fermata sarebbe dovuta passare, quel pomeriggio, dalla casa dei genitori. I rapporti tra le due sorelle, da quanto accertato dalle forze dell’ordine, non sarebbero ottimi. L’indagata non sarebbe stata d’accordo sulla presenza della congiunta in casa e da ciò la diatriba con la vittima. La donna finita nella casa circondariale di piazza Lanza, avrebbe avuto da tempo un rapporto piuttosto conflittuale col padre. Nel momento in cui è avvenuta la tragedia era presente anche la madre della donna che si trovava,probabilmente in un’altra stanza dell’appartamento al primo piano della palazzina a tre livelli in via Catanzaro.
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