La tragedia di Catania: «Era tutto organizzato»

Raccogliamo la testimonianza di Nunzio, tifoso catanese che si trovava allo stadio lo scorso venerdì per il derby Catania – Palermo che è costato la vita all’ispettore di polizia Filippo Raciti.

 

In quale settore dello stadio si trovava?

Ero in tribuna B, con mio figlio di 13 anni

 

Cos’ha notato di particolare durante la partita?

All’inizio è stata una grande festa. Veramente belle le coreografie dello stadio, gli inni e tutto. Un vero spettacolo. Certo, non sono mancati i botti, le fiaccole e i fumogeni colorati dei tifosi, ma fanno parte della coreografia. Ci sono sempre stati e non hanno procurato alcun problema. Per gran parte della partita è stata una gran festa

 

Quando è iniziata a cambiare l’aria?

Beh, da dove mi trovavo io non si è notato alcun cambiamento d’aria. Anche quando sono entrati i tifosi palermitani, circa dieci minuti dopo l’inizio del secondo tempo, non c’è stato niente di eccezionale. Qualche lancio di fumogeni tra le due tifoserie, ma subito si è frapposta a loro la Polizia, nel gabbiotto. Ne ho viste tante partite in questo stadio, e niente faceva pensare a qualcosa di particolare. Anche quando sono stati lanciati i fumogeni non c’è stata una reazione particolare che potesse far pensare ad un proseguo di una questa gravità

 

Si sono riscaldati gli animi forse a seguire di determinate decisioni dell’arbitro? Può essere stata una scintilla che ha fatto scoppiare la rissa?

Ma no, certo l’arbitro ha commesso parecchi errori, in particolare nel gol di Di Michele, ma ci sono state le solite contestazioni “da stadio”. Anche il cronista e tutti hanno inneggiato al gol non valido, ma niente di più

 

Cosa ha visto alla fine della partita?

Io sono uscito, per fortuna, dal lato opposto a quello dove si è scatenata la guerriglia, e con mio figlio siamo andati via. In auto, facendo il giro, ho visto, dietro il muretto che c’è vicino lo stadio,  un uomo che tentava di rompere una pietra più grossa per lanciare i pezzi piccoli, dove si era creato il caos, ma era un uomo solo

 

Che idea si è fatto di quanto accaduto?

E’ stato tutto organizzato. La serata era partita da una gran festa ed è proseguita così, allo stadio, fino alla fine della partita. L’arrivo dei tifosi palermitani è stata presa come scusa per potersi rivolgere contro la Polizia, anche perché, contro i 500 scarsi tifosi del Palermo, non avrebbero potuto fare nulla. Andando allo stadio, in un bar vicino, sentivo imprecare contro la Polizia, ma non ci ho fatto caso più di tanto, perché la gente stupida c’è ovunque. Certo mai mi sarei immaginato addirittura una fine del genere. Non saprei se quei delinquenti, che nulla hanno a che vedere con il calcio, se la sarebbero presa con la Polizia se non ci fossero stati i tifosi palermitani

 

In che senso?

C’erano 20 mila catanesi allo stadio e circa 500 palermitani. E’ chiaro che la Polizia si è posta a proteggere l’uscita dei tifosi del Palermo. Se non ci fossero stati, probabilmente non sarebbe successo tutto questo. Ma queste sono solo congetture personali: mancando il terzo che la Polizia difendeva, non sarebbe divenuta essa stessa il “nemico”, o forse lo era fin dall’inizio. La cosa certa è che c’è stata una rappresaglia organizzata all’esterno dello stadio

 

Secondo lei quali sono le misure da attuare per evitare che questo accada di nuovo in futuro?

Non sono d’accordo sulla sospensione dei campionati o sulle partite “a porte chiuse” per tutti indeterminatamente. Se si eliminano i tifosi, quelli veri che seguono la squadra del cuore, dallo stadio, il calcio non ha più senso. Allo stadio il tifoso, sottolineo quello vero, è l’anima del calcio.

Per quanto riguarda le misure, innanzitutto ci devono essere delle pene reali e immediate. Non parole e patteggiamenti. Se ti trovano all’ingresso di uno stadio con una bomba, che patteggiamento ci deve essere? A cosa si può appellare l’avvocato difensore? Si è colti il flagranza di reato e certo non si può dire che quella era una stufa portatile. E’ necessario anche che non si aprano gli stadi al pubblico se non hanno tutte le norme di sicurezza adeguate, così, non avendo ingressi fino alla messa a norma, è interesse della società per prima, o di chi ha la proprietà dello stadio, adeguarsi il prima possibile. Poi, secondo me, si dovrebbero evitare le trasferte dei tifosi. Se si gioca Catania-Palermo al Cibali, i palermitani allo stadio non vengono e vice versa per la gara di ritorno.

Sono sempre più convinto che la presenza dei tifosi palermitani al Cibali venerdì sera sia stata presa come scusa per fare la guerriglia ai poliziotti

 

Un’unica frase, ma emblematica, è stata detta dal figlio tredicenne che, fino a venerdì scorso, era un vero tifoso del calcio e che amava andare a vedere la propria squadra allo stadio: «Non andrò mai più allo stadio».

 

Quando il calcio era un gioco…


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