LA STORIA/ Ecco a voi Mario, il cane che, nel giorno dedicato all’Assunta, si è scelto il suo padrone

“L’abbiamo chiamato Mario, in onore dell’Assunta. Perché quello che vi raccontiamo è accaduto la mattina di Ferragosto.

Come ogni mattina sono sceso a fare una passeggiata con Tobia. Tobia è un cane che tira maledettamente. Ma la mattina del 15 di agosto, alle sette, era insolitamente tranquillo.

All’altezza di Piazza Principe di Camporeale incrociamo un cane. Un bel cane dal manto color terra di Siena. Si avvicina, ma non si fa accarezzare.

Tobia, di solito, quando si avvina un altro cane inizia a tirare e ad abbaiare. Ma la mattina di Ferragosto, quando si è avvicinato questo bel cane color Terra di Siena, non tirava e non abbaiava.

Ho imboccato la via Dante. All’altezza di Piazza Lolli mi sono accordo che il cane color terra di Siena mi seguiva. Ho cercato di avvicinarmi per accarezzarlo. Ma non si è lasciato avvicinare. Però mi seguiva. Anzi, ci seguiva, me e Tobia.

In Piazza Politeama ho imboccato la via Libertà, in direzione Piazza Croci. Io e Tobia avanti e ‘lui’ dietro. Ci seguiva come un’ombra.

In Piazza Croci siamo andati su, verso via Nicolò Garzilli. ‘Lui’ sempre dietro. Mi sono fermato. L’ho chiamato. Questa volta si è avvicinato e si è lasciato accarezzare.

L’ho osservato bene: un cane ben curato, forse solo un po’ dimagrito, molto educato. Buono. Senza collare. Qualcuno l’ha abbandonato sotto Ferragosto? Di solito, se un cane si smarrisce, beh, si smarrisce con il collare. Ma senza collare…

Ponendomi questa domanda ho ripreso la strada verso casa. A questo punto, l’ammetto, ho sperato che ‘Lui’ ci seguisse, me e Tobia. E ‘Lui’ ci ha seguito. Via Messina, Piazza Lolli. Qui ha avuto un’incertezza.

C’erano due cani liberi e aveva paura. Così io e Tobia siamo tornati indietro e abbiamo imboccato una via laterale. E ‘Lui’ ha ripreso a seguirci.

Completata la via Dante, all’altezza di Piazza Principe di Camporeale, ci siamo diretti, tutt’e tre, verso casa.

‘Lui’ si è sistemato davanti al portone. Ci siamo guardati in faccia. Tutt’e tre.

Appena ho aperto il portone Tobia, come un fulmine, mi ha trascinato dentro. E ‘Lui’ dietro di noi. Appena ho aperto l’ascensori Tobia e ‘Lui’ mi hanno preceduto.

Giunto a casa ho riempito una grande bacinella di acqua fresca. ‘Lui’ ci si è tuffato. Ha bevuto per un minuto, due minuti, tre minuti. A un certo punto non ho contato più.

Ho capito che doveva essere disidratato. E affamato a giudicare dalla velocità con la quale si è fiondato sulla scodella con i croccantini.

Oggi è a casa. In terrazza. Con Tobia. Stanno insieme. Sono già amici. Mia moglie ha detto: ‘Si chiamerà Mario, in onore della giornata dedicata alla Madonna’.

Chi l’ha detto che sono i padroni a scegliere i cani?”.


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